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Federico Chiesa, attaccante della Fiorentina, ha parlato al Corriere della Sera:
E' il nuovo simbolo della società, il prediletto della tifoseria, il più coccolato sul mercato. Come si vive tutto questo a vent’anni?
«Con leggerezza, senza pensarci troppo. È cambiato, invece, il rapporto con la gente. Ora quando vado in centro i tifosi mi riconoscono, mi fermano, mi chiedono un selfie o un autografo. Per il resto non mi sento diverso».
Non pesa il carico di aspettative?
«Sono uno stimolo. La mia filosofia è la stessa del giorno in cui sono andato a Moena: dare l’anima a ogni allenamento. Lei dice che sono diventato uno dei leader. Io la vedo in maniera diversa: ogni settimana devo dimostrare che merito una maglia da titolare. Il lunedì, nessuno deve sentirsi sicuro del posto».
Lei è già nel mirino di società importanti sia in Italia che all’estero. Dal Napoli all’Inter, dalla Juventus al Psg…
«Piacere a così tante squadre mi rende orgoglioso. Ma ho firmato sino al 2022 perché anche la Fiorentina è un top club».
Cosa significa per lei la maglia viola?
«Un onore e un orgoglio. Sono nato a Genova però Firenze è casa mia. E sono contento di giocare nella squadra che, insieme ai miei genitori, ha creduto in me».
Il suo idolo?
«Da ragazzino era Kakà, un modello dentro e fuori dal campo. A casa abbiamo un corridoio con le maglie di tutti i campioni, la sua però ci manca…».
E il campione preferito?
«Griezmann dell’Atletico Madrid. E poi Di Maria. Mi piace il calcio internazionale, soprattutto il Manchester City di Guardiola: gioca il calcio più bello d’Europa».
Quello italiano come lo trova?
«Molto competitivo, a tutti i livelli. Napoli, Juventus e Inter si giocheranno lo scudetto, ma è bella anche la lotta per l’Europa League».
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