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Ultras, il regista: “Racconto la violenza del loro mondo, non la criminalità”

Alfredo Russo

Sono state numerose le critiche ricevute dal regista Francesco Lettieri per la sua opera, uscita su Netflix, ‘Ultras’. Le critiche sono arrivate sia dal mondo della tifoseria con striscioni apparsi per tutta la città contro...

Sono state numerose le critiche ricevute dal regista Francesco Lettieri per la sua opera, uscita su Netflix, 'Ultras'. Le critiche sono arrivate sia dal mondo della tifoseria con striscioni apparsi per tutta la città contro l'uscita del film, ma anche dagli stessi ai lavori. Ad esempio il posto polemico del giornalista Carlo Alvino il quale denunciava la falsità della realtà mostrata. E' questa l'accusa comune, l'inverosimiglianza del mondo raccontato. E proprio di queste accuse che il regista italiano ha provato a difendersi.

Le parole del regista

"E' un film sulla fede e sull'amore della propria squadra del cuore - rivela il regista di 'Ultras' - Il concetto è che gli ultras o i capi ultras anche se il Napoli ad esempio perde 0-2 contro il Bologna continuano a tifare ancora di più perché questo va proprio al di là del risultato. Ho conosciuto e parlato con il mondo ultras. Volevo raccontare una storia ambientata in utto il mondo e non dei loro codici o mentalità. Non credo che questo film piacerà agli ultras, loro non vogliono i riflettori addosso. Ma sono andato a raccontare la loro storia di violenza che non ha nulla a che fare con la criminalità. E' chiaro poi che in un gruppo di 200 persone possono esserci i pazzi e succedono le tragedie. Gli ultras non vanno mai per uccidere o delinquere."