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Fattore A - I colleghi di Calcionews24 hanno individuato due uomini gara a margine del confronto tra Bologna e Napoli. In particolare, secondo i colleghi è il "Fattore A" che sta tenendo gli azzurri sulla linea di galleggiamento. Allan più Albiol. In particolare, la nostra redazione sente di concordare in toto (specie sul brasiliano), ma non dimentichiamo Pepe Reina che si sta riprendendo con i fatti la piana fiducia di mister e ambiente.
Non ce ne voglia l’affidabile Chiriches, ma l’ingresso in campo di Albiol ha dato al Napoli sicurezza e fluidità maggiori: due parole chiave che dettagliano al meglio il peso conservato dallo spagnolo nell’economia della squadra.
La linea difensiva, guidata dal diretto interessato, si muove con meccanismi più consolidati: la sensazione forte è che con l’ex Real Madrid in campo si soffra di meno. Per il valore intrinseco del calciatore, senza dubbio, ma anche perché si è abituati a determinati movimenti. Collaudati oltre ogni ragionevole dubbio.
Capitolo fluidità: immediato ricollegarsi al pressing ieri attuato su un Jorginho in evidente difficoltà nel perseguire i suoi consueti tempi di gioco. Raul Albiol si è sostituito in più di un’occasione al regista italo-brasiliano in fase di costruzione della manovra, un po’ come accadeva in casa Juventus sull’asse Bonucci–Pirlo ai tempi di Antonio Conte, con il miglior regista di tutti i tempi che – quando asfissiato dalle marcature avversarie – si spostava letteralmente su un lato di campo per agevolare l’avanzata del difensore. Il Napoli può farlo con misura, considerati i due (e non tre, come nella Juventus di Conte) difensori centrali impiegati, ma lo strumento è da considerare risorsa aggiuntiva in tempi in cui si studia di tutto e di più pur di arginare la perfetta macchina partenopea.
Abbiamo detto fattore A: ci domanderete perché non si fa riferimento ai vari Insigne, Callejon e Mertens. I primi due protagonisti del proverbiale asse che ha sbloccato la gara di Bologna, il folletto belga fenomeno pronto a chiudere la contesa al primo errore avversario. E poi c’è Reina, come non citare un portiere protagonista di due interventi assai delicati quando il risultato era inchiodato sullo 0-0. Leader, per vocazione naturale. Mezzo voto in più va però all’attitudine di Allan: il brasiliano ha corso a tutto campo senza soluzione di sosta, a volte – non ce ne vorranno gli altri – lo ha fatto per due o per tre. Un moto incessante in entrambe le fasi di gioco: in quella difensiva, per opporsi alla verve che ha messo in campo un Bologna umiliato nello scorso campionato dal non dimenticato 1-7, in quella offensiva, lì dove ha imparato ad aggredire gli spazi, permettendo al suo Napoli di occupare uno spazio via via maggiore nella metà campo avversaria. Viene da chiedersi che genere di centrocampista sarebbe se avesse nel suo repertorio anche la conclusione dalla media distanza. Allan oggi è uomo chiave del Napoli di Sarri: lo è diventato in reazione agli acquisti che la società ha effettuato un anno fa, con i vari Rog, Zielinski e Diawara ad elevare a dismisura la competitività interna del gruppo. Se i risultati sono questi, se l’effetto porta in dote questo Allan, bene, Maurizio Sarri può davvero puntare su un centrocampo tra i più completi e prospettici del palcoscenico internazionale.
REDAZIONE - Giovanni Ibello.
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