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Cari lettori di CalcioNapoli1926.it benvenuti nuovamente nella rubrica “THE WINNER IS”, quella che ha la scopo di decretare il “vincitore” della partita in base ad una serie di parametri molto variegati: quali l’intelligenza, la bravura, il carattere, la tecnica, l’etica ma ci sarà anche spazio, lì quando ci sarà poco da gioire, alla satira e all’ironia.
La partita con la Lazio offre da anni ottimi spunti e grandissimo divertimento. Anche questa gara ha lasciato tutti incollati allo schermo e non soltanto per il risultato (altri match con i biancocelesti hanno visto gol su gol), specialmente per la qualità messa in campo. Tecnica sfoggiata ad oltranza e non solo dai giocatori del Napoli ma anche dagli uomini di Simone Inzaghi: è stata a tutti gli effetti una bella partita da guardare e soprattutto gustare passaggio dopo passaggio, tocco di prima dopo tiro al volo.
Uno su tutti però si è erto come un signorotto. Aveva la maglia azzurra come tutti gli altri ma con l'aggiunta di giacca e cravatta! Si tratta di FABIAN RUIZ.
Lo spagnolo ha la classe che lo contraddistingue. E' l'eleganza del tocco che lo distingue tra la massa. Il ragazzo ha soltanto 22 anni ma sembra già maturo. E' sempre sul pezzo, è sempre pronto. Ogni sua singola giocata è atipica, non è mai scontato. I suoi passaggi non sono mai in orizzontale ma sempre in verticale. Il numero 8 disegna linee sul campo che gli altri non vedono. In più è supportato dalla precisione del passaggio, dal tocco sopraffino, da aperture splendide. In un solo tocco riesce a sorvolare uno o più giocatori come fosse nulla. Anche singolarmente, nel dribbling si fa valere. Va a contrasto, li vince nella maggior parte dei casi pur non sembrando l'Allan della situazione o il Koulibaly possente e mastodontico. Eppure il suo metro e 89 si fa valere nel campo, i suoi 70kg sembrano pochi ma ha sempre la meglio, anche su giocatori avversari maggiormente dotati fisicamente.
Fabian Ruiz non vale 30 milioni di euro, ne vale sicuramente di più e Aurelio De Laurentiis intanto lo guarda in tribuna e si sfrega le mani: il giovane ha la stoffa del campione, del fuoriclasse. Lo si vede dal passo, dal tocco, dall'eleganza. Tra anni varrà oro questo spagnolo preso dal Betis in cui non credeva nessuno ma soprattutto che era uno sconosciuto per la Serie A.
Eppure Fabian Ruiz arriva da Los Palacios y Villafranca, un piccolo comune spagnolo di 36.824 abitanti situato nella comunità autonoma dell'Andalusia. Chi l'avrebbe mai detto che un ventiduenne lasciasse due telecronisti, Lele Adani e Riccardo Trevisani, a bocca aperta. Chi l'avrebbe detto che in così poco tempo sarebbe stato titolare del centrocampo del Napoli, seconda forza del Campionato italiano.
Ma Fabian Ruiz dimostra che la stoffa non ha età e che, come sempre, la classe non è acqua.
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