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Il Napoli per i tifosi azzurri è più che una semplice squadra, è una passione che oltrepassa ogni limite. C’è chi al Napoli dà la propria voce, chi è disposto a lasciare tutto per seguire la squadra e chi ancora dedica le 24 ore della propria giornata alla maglia azzurra. Tra questi i calciatori della Primavera e dei settori giovanili del Napoli, che accarezzano il sogno di diventare calciatori. Uno di loro è Rosario Dentale, un Primavera azzurro negli ultimi anni ’90 e che poi ha appeso gli scarpini al chiodo. L’amore per il calcio però non l’ha abbandonato e in futuro vorrebbe tornare sui campi, ma come allenatore. La redazione di CalcioNapoli1926.it l’ha contattato in esclusiva per parlare della sua esperienza con la maglia azzurra, grazie alla quale ha conosciuto calciatori come Fabio Quagliarella, Antonio Floro Flores e non solo, all’epoca suoi giovani compagni di squadra.
Hai giocato nel settore giovanile del Napoli, come ti sei trovato?
“Benissimo, sono arrivato a tredici anni e sono rimasto lì per cinque anni. Sono stato il primo anno con Sorano, poi Caffarelli. Ho sempre giocato titolare come centrocampista centrale, ma mi adattavo bene anche come interdittore nella zona mediana del campo. Solo l’ultimo anno ho giocato davvero poco perché mi giocavo il posto con gli ’81 e gli ’82. Anche a livello nazionale ho giocato sempre fino all’ultimo anno, è chiaro che giocare contro calciatori più grandi era difficile. Poi c’erano a giocare con noi alcuni calciatori della prima squadra del Napoli: Matuzalem ad esempio che all’epoca era sempre squalificato”.
Qual è il ricordo più bello di quegli anni?
“I ricordi sono sicuramente molto belli, il più bello è il torneo Arco di Trento: vincemmo nel 2000 i quarti di finale contro la Juventus ai rigori, poi perdemmo 1-0 la semifinale contro un fortissimo Milan. Contro la Juve pareggiammo 1-1 con gol di Floro Flores su mio assist, vincemmo ai rigori e festeggiammo per tutta la serata”.
Tra i vari compagni di squadra c'era anche Quagliarella, che tipo è?
“Ho giocato dai sette ai dieci anni al Club Napoli Castellammare di Stabia con Antonio Mirante, dai dieci ai tredici anni fui al Gragnano. Io e Quagliarella saremmo dovuti andare insieme al Napoli, all’epoca il padre di Fabio non avrebbe voluto che andasse in continuazione da Castellammare a Napoli e viceversa. Il signor Quagliarella allora chiese al direttore del Napoli se Fabio poteva trattenersi a Soccavo, io ricordo che scendevo di casa alle otto di mattina e tornavo alle sette di sera al termine degli allenamenti. Fabio non venne a Napoli quell’anno e il successivo si trasferì a Torino. Quagliarella è un ragazzo umile, che viene da una famiglia con dei sani valori. Quando non segnava cominciava a calciare tutto, diventava un pazzo. Fabio è nato per il gol, era magrolino e velocissimo. A Torino poi si è irrobustito”.
Hai seguito la vicenda legata a Fabio?
"Sì, come tutti".
Cosa hai pensato di lui?
"Il trasferimento alla Juventus, a prescindere, non è da colpevolizzare. Quagliarella è napoletano, lo si poteva considerare un tradimento ma io penso che certe scelte siano di tipo professionale. La stessa cosa è successa con Higuain, lui è argentino ed ha deciso di andare a Torino per vincere perché probabilmente si è reso conto che a Napoli non ci sarebbe riuscito nell'immediato. Magari sono stati sbagliati i modi, il fatto di non salutare i tifosi ma avendo giocato io giocato un po' a calcio comprendo che è una scelta difficile da prendere ma va comunque rispettata. Per Fabio il discorso è stato ingigantito perché è napoletano ed i tifosi partenopei non se lo sarebbero mai aspettato, nemmeno io. Ciò che ha vissuto si è scoperto dopo, nessuno ne era al corrente.
Non ho puntato il dito né contro Quagliarella né contro Higuain, ma è anche vero che aver saputo quello che ha passato Fabio lascia senza parole. Conosco la famiglia, è piena di valori. Il padre e la madre sono persone umilissime e perbene e non meritavano di vivere quello che hanno vissuto".
Un episodio particolare legato agli anni nei quali hai giocato con Floro Flores, Cutolo e De Lucia?
"Di De Lucia mi ricordo il suo trasferimento al Parma insieme a Paolo Cannavaro. La sera mi mandò un messaggio sul cellulare scrivendo: 'Metti pagina 242-243 del Televideo'. Da pagina 240 a 259 si trovano tutte le notizie delle squadre di Serie A. Misi quel canale e appresi la notizia del suo trasferimento al Parma. Da quel momento non l'ho visto più.
Floro Flores, invece, era velocissimo. La botta secca che lo contraddistingue l'aveva già da piccolo. Nel campionato di Allievi Nazionali giocava titolare Antonio ma segnava più Cutolo. Lui subentrava sempre e risolveva molte partite, a fine anno passò nella Primavera e da lì ha avuto inizio la sua carriera".
Sei stato a stretto contatto anche con Amauri, immaginavi potesse avere quel tipo di carriera?
"Amauri ce lo trovammo nel 2001 a Camigliatello Silano, venne in ritiro con il Napoli dal Parma. Subito capimmo che aveva un altro passo, è stato per pochi mesi con noi in Primavera. Si vedeva che aveva una prestanza fisica diversa però negli anni successivi ha avuto qualche difficoltà, poi è esploso a Palermo ed è andato alla Juve. Aveva potenzialità all'epoca, ma era ancora presto per dire quale sarebbe stato il suo futuro".
Un pronostico sul preliminare e sul campionato?
"Per ciò che concerne il preliminare sono molto fiducioso, gli azzurri giocano la prima in casa e questo è un vantaggio. Secondo me al San Paolo non ci sarà partita ed al ritorno il Nizza inevitabilmente dovrà attaccare concedendo spazi al Napoli.
Il campionato, invece, è più complesso. La Juventus, a parer mio, si è indebolita con le cessioni di Dani Alves e Bonucci. Negli anni scorso la forza dei bianconeri era la difesa ma al momento non mi sembra tanto impenetrabile. Con il trasferimento di Bonucci al Milan, la Juventus ha perso uno dei perni principali della fase difensiva. Se poi andassimo a considerare anche il fatto che Barzagli, Chiellini e Buffon hanno un anno in più... In caso di falsa partenza, per me, non sarebbe in grado di recuperare.
Il Napoli, invece, se partisse bene non avrebbe rivali. I partenopei dalla loro hanno l'entusiasmo e la voglia di vincere. Non sono molto convinto del Milan, mi spaventa maggiormente l'Inter di Spalletti mentre la Roma di Di Francesco è un'incognita".
A Dimaro tutti parlavano di scudetto, arriva il verdetto del sorteggio Champions e si ha paura del Nizza. Come te lo spieghi?
"I troppi gol subiti in amichevole probabilmente hanno rappresentato un campanello d'allarme. Il preliminare è un avvenimento importante ed è stata sorteggiata l'avversaria peggiore. Credo che la paura sia dovuta a questi fattori. Il Napoli però è molto superiore ai francesi, in rosa sono tantissimi i brevilinei e sono quelli che riescono ad entrare più velocemente in condizione quindi non penso ci siano grosse difficoltà".
©RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: CALCIONAPOLI1926.IT
Redazione – Armando Inneguale e Luca D’Isanto
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