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ROMA – Dove eravamo rimasti? New Jersey, MetLife Stadium, circa nove mesi fa, dischetto, tiro, palla

Redazione

ROMA – Dove eravamo rimasti? New Jersey, MetLife Stadium, circa nove mesi fa, dischetto, tiro, palla alle stelle. Un minuto dopo, la Coppa America, la Coppa America Centenario era nelle mani dei cileni, con Leo Messi in lacrime e con la...

ROMA - Dove eravamo rimasti? New Jersey, MetLife Stadium, circa nove mesi fa, dischetto, tiro, palla alle stelle. Un minuto dopo, la Coppa America, la Coppa America Centenario era nelle mani dei cileni, con Leo Messi in lacrime e con la parte dello sconfitto nel copione. E poi inginocchiato sui ceci davanti alla stampa, un flusso di coscienza, l'annuncio della pausa, forse dell'addio alla Selecciòn. Sanguinosa la ferita del Centenario, eccessivo il peso complessivo delle tre finali perse con l'Argentina dal 2014.

Ora, rieccoli, Vidal e compagni, davanti alla Pulce, domani notte - ore 0.30 in Italia - contro l'Albiceleste, al Monumental di Buenos Aires. Hanno un posto in prima fila nei suoi incubi notturni, nonostante la stagione con il Barcellona da oltre 40 reti (è l'ottava in fila, a referto 414 gol e il tassametro non si ferma). Per allontanarne lo spettro, a inizio stagione la Pulce tornava presto in Catalogna, un taglio alle vacanze e un nuovo look, meches, barba folta e rossiccia.

Quasi disegnando un alter ego per cancellare l'immagine di triste e perdente in maglia Albiceleste. Un destino beffardo, che accomuna gli altri argentini della presunta generaciòn dorada - Higuain, Aguero, Di Maria, Lavezzi - che, a differenza della nazionale argentina di basket, non espone senza coppe in vetrina. Messi scherza con Di Maria (sinistra) e Lavezzi (centro) Repubblica.