“Nel mio percorso, ormai trentennale, si può dire che abbia saputo mettere le persone nelle condizioni di lavorare al meglio in una realtà particolare. Ad Empoli c’è una cultura sportiva costruita non soltanto da me, ma anche da chi mi ha accompagnato in questi anni. È una realtà di cui fa parte anche il nostro pubblico, la stampa. Ad Empoli crescere è molto facile. È un contesto con delle pressioni lievi, delle attese diverse. Giocatori ed allenatori, cresciuti da noi, riescono poi ad esprimersi al meglio in club di diverse pressioni. Accardi ha fatto il proprio percorso. Ci ha messo le sue capacità, le sue intuizioni, ma anche tanta dedizione. Le componenti sono anche quelle. Se uno non ci mette qualcosa in più... È tanta roba. Si può parlare anche delle sue doti comunicative, sa gestire benissimo il rapporto con tutti. Io non sono così capace, mi arrabbio spesso. Accardi è un uomo che ha anche questa capacità di gestione, ha un rapporto paternale. Si è creata tanta stima”.
Crede che Accardi sia pronto per il Napoli e per lavorare con De Laurentiis?
“Sono in difficoltà in questo momento… La squadra vive un momento difficile ed affrontare questo argomento non sarebbe il caso. Diciamo che non ho ancora pensato a questo problema. Ci sono dei legami affettivi che vanno al di là dell’aspetto professionale. Ho letto un po’ di cose, c’è questa voce. Non so quanto sia vero, ma di certo sarebbe l’ennesimo problema per noi. Non vorrei nemmeno cominciare a pensarci… Abbiamo nove partite che per l’Empoli sono fondamentali. Quello che sarà non lo posso prevedere certo io. Non sarebbe una cosa che prenderei bene, ma potrei pensare che si tratti della naturale conseguenza di un percorso affrontato al meglio”.
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