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C’è Mazzarri contro la Juventus, il Napoli chiama l’assist nel derby

Redazione

Napoli e Juve tornano in campo per cancellare le amare serate europee. Con un’evidente differenza. Gli azzurri non avevano attribuito particolare importanza alla partita di Europa League con il Lipsia perchè a metà settembre...

Napoli e Juve tornano in campo per cancellare le amare serate europee. Con un'evidente differenza. Gli azzurri non avevano attribuito particolare importanza alla partita di Europa League con il Lipsia perchè a metà settembre è stata fatta una scelta netta dal loro allenatore - puntare sul campionato a scapito delle altre competizioni - e questa è rimasta la direzione. I bianconeri sono stati freddati dal Tottenham, in grado di rimontre dallo 0-2 al 2-2, e rischiano di non accedere agli ottavi di Champions, loro che hanno giocato (ma perdendole male) due delle ultime tre finali della coppa.

Per sintetizzare: se il Napoli uscisse dall'Europa League, non sarebbe un dramma perchè Sarri ha dato la priorità alla lotta scudetto; se la Juve venisse eliminata già agli ottavi, pioverebbero critiche su Allegri perchè il club e la piazza, dopo sei scudetti consecutivi, nutrono ambizioni Champions. La vicinissima esclusione dall'Europa League non dovrebbe creare ulteriori pressioni sul Napoli che ha un solo chiaro obiettivo fin dall'inizio della stagione, quando le perplessità - reali? - di Sarri sulla possibilità di lottare ad armi pari con la Juve per lo scudetto sono venute meno.

Il pareggio con gli Spurs e le critiche hanno ferito i campioni uscenti e ne è prevedibile la reazione nel derby con il Torino. Parte della torcida napoletana torna a fare il tifo per Mazzarri dopo averlo insultato quando si presentò da ex al San Paolo alla guida dell'Inter nel dicembre 2013, dimenticando quella sera l'ottimo lavoro dell'allenatore che aveva conquistato la Coppa Italia 2012 e due qualificazioni dirette in Champions. E' una sfida che presenta maggiori rischi per i bianconeri rispetto a quelli per gli azzurri al San Paolo, dove in un contesto ambientale - previsti 35mila spettatori - differente rispetto a quello di giovedì arriva la Spal, terz'ultima in classifica. Una sconfitta a Napoli sarebbe fatale a Semplici, l'allenatore che aveva realizzato il doppio salto dalla C alla A come Baroni, il collega licenziato in ottobre dal Benevento: le favole non sempre hanno il lieto fine.

La Spal ha messo in difficoltà il Napoli all'andata: risolse quella partita molto intensa, condizionata da errori difensivi, il gran tiro di Ghoulam, la cui assenza può incidere sul corso della stagione del Napoli, anche se Mario Rui, il suo sostituto, sta compiendo fino in fondo il proprio dovere. Insigne, a secco dal 23 dicembre, va a caccia del primo gol nel 2018 mentre Mertens vuol dare continuità alla sua positiva serie: 5 i suoi gol nelle ultime 4 partite. Il Napoli punta alla nona vittoria consecutiva e, se arriva l'assist di Mazzarri, all'allungo sulla Juve, che potrebbe avere un effetto psicologico ma non decisivo perchè allo scontro diretto di Torino mancano più di due mesi (22 aprile). Battendo la Spal, potrebbe portarsi a +3 o +4 e non sarebbe poco considerando il titanico sforzo delle due squadre. E' un ragionamento che Sarri proverà a non far fare agli azzurri mentre scenderanno in campo, con il risultato di Torino già noto.

Il tecnico rimette in campo la formazione tipo, recuperando il pilastro della difesa, Albiol. I titolarissimi diventano scelte obbligate anche alla luce delle prestazioni di Diawara, Rog e Ounas contro il Lipsia. Si coglieva un'aria rilassata intorno alla partita di Europa League, però quei tre ragazzi, proprio perchè poco utilizzati, avrebbero dovuto offrire un altro tipo di prestazione, giocando al massimo per spingere Sarri a tenerli più in considerazione nel finale di stagione. Secondo Ounas, si è trattato di un problema fisico: 'Perchè giochiamo poco'. E' anche un limite di personalità: la riserva che una tantum va in campo da titolare dovrebbe aver voglia di spaccare il mondo, non di recitare il compitino. E' pur vero che Sarri distingue nettamente tra titolari e riserve e c'è in effetti un solo dodicesimo uomo nel Napoli: Zielinski, bravissimo a ribaltare al posto di Hamsik la partita contro la Lazio, però tutt'altro a suo agio quando ha sostituito Insigne nel tridente. Se le risorse aggiuntive rappresentate da questi ricambi (ai quali Sarri attinge meno rispetto ad Allegri) producono risultati così modesti, può esservi un riflesso negativo sulla volata scudetto. Intanto, un ex azzurro che si era sentito emarginato a Castel Volturno (Giaccherini) e un futuro napoletano lasciato a Verona nonostante l'emergenza Milik (Inglese) hanno regalato tre punti al Chievo nell'anticipo contro il Cagliari. E il gol dei rossoblù è stato firmato da Pavoletti, che a Napoli ha vissuto un'impalpabile esperienza. Il pallone sa regalare strane storie. Il Mattino.