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Torna in campo il Napoli di Carlo Ancelotti dopo la sconfitta, tra le mura del San Paolo, contro la Juventus. La compagine partenopea scenderà in campo, domani a partire dalle ore 18, contro il Sassuolo di De Zerbi per i tre punti e tenere le inseguitrici a debita distanza. Una sfida difficile, ostica contro degli avversari che non lasciano nulla al caso. Una sfida interessante anche a centrocampo dove si ritroveranno a sfidarsi due giovani calciatori: Alfred Duncan per i verdeoro e Amadou Diawara per gli azzurri.
DUNCAN - Classe 1993, di origini ghanese, è ormai dal 2015 diventato un perno per la squadra emiliana in cui è riuscito a mettere in mostra tutte le sue importanti qualità tra cui la versatilità che rende possibile schierarlo come interno sinistro o come interno destro in un centrocampo a tre ma anche in mediana. Nonostante qualche difficoltà di natura tecnica, negli anni è riuscito a mettersi in mostra grazie soprattutto alla sua freddezza che lo aiuta quando è sotto la pressione dell'avversario in quanto riesce spesso a liberarsi, a portare avanti il pallone e a disegnarsi e aprirsi varchi per poi sfruttare il potente tiro da fuori area. Da sottolineare, infine, la particolare forza muscolare del calciatore e la velocità che gli permette di far ripartire spesso l'azione.
DIAWARA - Arrivato all'ombra del Vesuvio nel 2016, non è mai veramente riuscito a dimostrare tutte le sue qualità e capacità soprattutto sotto la guida di Maurizio Sarri che poco vedeva i giovani in rosa. Il vento sembrerebbe, però, essere cambiato con l'arrivo di Carlo Ancelotti ed il classe 1997, di origini guineane, è riuscito a totalizzare già 16 presenze in questa stagione. La sua posizione in campo è quella della mediana davanti ad una difesa a 4 da cui riesce a rubare pallone all'avversario, riuscendo a vincere numerosi contrasti e, con la velocità che lo contraddistingue, a far ripartire l'azione. La cosa che, però, risalta di più è la freddezza che riesce a mantenere quando scende in campo e quando viene aggredito dagli avversari mentre bisogna ancora lavorare sull'irruenza che spesso lo porta ad essere ammonito dall'arbitro.
di Maria Ferriero
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