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Il dramma che ha sconvolto il mondo del calcio, la morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina, viene ricostruito dal Corriere dello Sport. Dalle ultime ore alla comunicazione del decesso.
NOTTE - L'ex Cagliari, aveva passato la sera prima, nell'hotel Là di Moret come sempre, con tutti i compagni di squadra. Arrivati ad Udine intorno alle 16.30, e in hotel un'ora dopo, avevano passato la serata vedendo i due anticipi Lazio-Juve e Napoli-Roma nella hall dell'albergo, cenando tra le due gare. Finite le partite, i giocatori si erano diretti in camera e Astori è andato in quella di Sportiello per fare una partita alla playstation. Dopo, verso le 23.30, è tornato nella sua camera, singola, la 118 per la precisione, dimenticandosi i suoi scarpini in quella del portiere. "Non importa, li prendo domani mattina": questo il testo del messaggio via WhatsApp del capitano all'amico.
COLAZIONE - Alle 9.30, quando la squadra si è rivista per la colazione, c'erano tutti tranne lui. Cosa molto strana, visto che era sempre tra i primi ad arrivare. Non rispondendo nemmeno al cellulare, un massaggiatore è andato a bussarlo in camera, non ricevendo risposta ma solo un inquietante silenzio. A quel punto, avvertiti i funzionari dell'albergo, insieme al medico sociale del club gigliato, hanno fatto irruzione nella camera e la scena che si è palesata era la più drammatica possibile: il corpo di Astori era a letto, coperto parzialmente dal lenzuolo e privo di vita. La situazione è stata subito chiara a tutti, il medico sociale Viola non è intervenuto, tutto inutile.
DRAMMA - Avvertiti giocatori e staff, solo questi ultimi, con Pioli e Antognoni in testa, hanno avuto il permesso di entrare in camera. Scene di lacrime e disperazione, per l'allenatore in primis, molto legato al proprio Capitano. I compagni sono rimasti fuori, sotto shock e disperati. Poi è stata avvertita tutta la dirigenza Viola: dai Della Valle al presidente Cognigni, che non si era recato ad Udine. Il passo successivo è stato quello ancora più duro, comunicarlo alla famiglia, prima di rendere pubblica la notizia più brutta e drammatica della domenica e degli ultimi anni.
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