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Mura: “Douglas Costa sta facendo la differenza da due mesi, Sarri ha le scarpe piene di sassolini”

Redazione

Mura: "Douglas Costa sta facendo la differenza da due mesi, Sarri ha le scarpe piene di sassolini". Le parole

Di seguito è proposto l'editoriale scritto per Repubblica da Gianni Mura:

"Niente feste, c’è da pensare al Milan. I tifosi festeggino pure, tanto il settimo scudetto è al sicuro. I giocatori si concentrino sul possibile doblete. Arrivasse, sarebbe un record: mai nessuno ha vinto la Coppa Italia 4 volte di fila. Ma della Coppa Italia alle grandi squadre importa solo dalla semifinale in poi, quindi torniamo al campionato cominciando dalla testa. Sette scudetti consecutivi sono un’enormità. La Juve che lotta con se stessa, che aggiorna in continuazione il suo medagliere, spinta e talora criticata da una tifoseria cresciuta a pane e caviale, questa volta ha dovuto lottare più a lungo contro un Napoli spavaldo, certamente più bello da vedere. Già, ma lo dice anche Sarri che le classifiche sono una somma di punti e nella somma di punti il Napoli è secondo. Con tutti gli onori del caso, ma secondo. Bisogna essergli grati per aver tenuto il discorso aperto fino a tre domeniche dal termine. Grati anche gli juventini, perché vincere con un distacco abissale è segno di strapotere su avversari non fortissimi. E poi, a livello critico, perché da tempo nel calcio italiano non si facevano discorsi sulla bellezza. E sulla praticità. La Juve non è la formica, il Napoli non è la cicala, La Fontaine è disoccupato. Direi che, in rapporto ai mezzi a disposizione, il Napoli è portatore di generosità offensiva, la Juve di generosità in generale. Cuadrado e Mandzukic che fanno i terzini, anche questa è generosità. Lo spettacolo ne risente, ma alla fine i conti tornano. Un campionato incerto, capace di grandi colpi di scena, è un bel campionato. Basta guardare appena dietro l’angolo. Il Napoli vince a Torino su una Juve anche più cotta che gioca malissimo. Ma, senza la capocciata di Koulibaly, Allegri sarebbe dipinto come abile gestore di distanze. Dopo la capocciata, Allegri è una capra. Il Napoli ha il vento alle spalle, a 5’ dalla fine la Juve è sotto a San Siro, con l’Inter in 10 che la prende a pallate. Già, ma rimonta e vince. E il vento cambia direzione, è contro il Napoli che crolla (in 10) a Firenze. E non riesce a battere il Torino. La Juve, solita rimontina sul Bologna. La differenza negli ultimi due mesi l’ha fatta il genio della lampada: Allegri ce l’aveva: Douglas Costa. Sarri no. Sette è un numero fortemente evocativo, anche al cinema: “Il settimo sigillo”, “I magnifici sette”. Magnifico forse no, ma il settimo della Juve è il più sudato. Ed è una curiosa coincidenza che a portarla sulla soglia del settimo cielo , dopo l’Inter, siano state le due squadre con le tifoserie più nemiche: Fiorentina e Torino. Ancora più curiosa la prospettiva che le due più forti del mazzo siano chiamate a un massiccio rinnovamento e, con tutta probabilità, a cercarsi un nuovo allenatore. Con la Juve Allegri ha avuto un corretto rapporto professionale, non di grande amore. E Sarri ha le scarpe piene di sassolini, che si terrà nella speranza di ammorbidire il presidente sulla liberatoria (se lo scordi). Anche senza sette, saranno due film interessanti. A due dalla fine di aggiudicato c’è solo lo scudetto. L’Inter si giocherà tutto all’ultima, in casa della Lazio, dove ieri l’Atalanta poteva vincere di goleada, dopo aver dato lezione di calcio. Gliel’ha impedito Strakosha, parando tutto il parabile. Per Simone Inzaghi, che sarà il tecnico più corteggiato, l’infortunio a Immobile è arrivato nel momento peggiore. Spalletti s’è preso la responsabilità del cambio sbagliato con la Juve: Icardi. Giusto che l’abbia fatto, e comunque già De Laurentiis gliel’aveva ricordato. Battaglia di striscioni al San Paolo: “Sarri uno di noi”, ma un altro dava al presidente del servo di palazzo e lo invitava bruscamente, in rima, a levarsi di torno. Ignoro il grado di permalosità di AdL, ma se fossi tifoso del Napoli non premerei su questo tasto. E se vi accontentasse? Una buona notizia di ieri: è tornato al gol Giuseppe Rossi, detto Pepito. Ragazzo sfortunato che da solo ha collezionato più stop medici di mezza squadra. Non evita la sconfitta al Genoa, ma a lui può servire, può dargli altra fiducia. L’incertezza del campionato vale per l’Europa League. In gioco Milan, Atalanta, Fiorentina. Gattuso sa che la Juve non regala mai niente e perciò non molla il campionato. Le ultime due partite sono temibili e dure. A Bergamo e con la Fiorentina, due concorrenti dirette. Aperto anche il discorso retrocessione: Udinese, Crotone, Cagliari, Chievo e Spal. Contano le forze residue e il calendario. L’Udinese è allo stremo, ma con Verona e Bologna dovrebbe raccogliere i punti salvezza. Idem il Chievo , con Bologna e Benevento. La Spal troverà tranquilli Toro e Samp, il Crotone giocherà con Lazio e Napoli (più comprensivo, fuori dalla mischia?). A stare peggio è il Cagliari, battuto dalla Roma. Avesse giocato sempre così sarebbe già in porto. Invece lo aspettano due squadre vive: Fiorentina e Atalanta. La Roma s’è adeguata a una gara di corsa e di combattimento. Dopo le fatiche col Liverpool, non era così scontato. A Di Francesco manca un solo punto per la certezza della Champions fra la Juve e la chiusura sentimentale sul campo del Sassuolo. E lo farà di sicuro".