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Dossena: “Ho apprezzato De Laurentiis, ma perché non è andato prima dagli azzurri?”

de laurentiis

Beppe Dossena si è soffermato su Torino e Napoli, prossime avversarie in campionato, e il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis

Domenico D'Ausilio

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Beppe Dossena, campione del mondo 1982, il quale si è soffermato su Torino e Napoli, prossime avversarie in campionato, e il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis.

Dossena sul Torino

Dossena: “Ho apprezzato De Laurentiis, ma perché non è andato prima dagli azzurri?”- immagine 2

 

"Lo spirito è quello che dovrebbe avere e mettere a disposizione ogni persona nelle squadre di ogni club. A Torino c’è uno spirito particolare da sempre, da quella tragedia. Quello è lo spirito di una squadra che ha passato un lutto tremendo; è stata amata ed è stata la seconda squadra di molti dopo il tragico evento. Sono cresciuto nel settore giovanile granata dove si insegnavano molte cose, ed il fatto di allenarci assieme alla prima squadra ha permesso un passaggio generazionale fondamentale".

Su Belotti

“Non ha trovato finora un accordo con Cairo e mi sembra difficile che possa trovarlo prossimamente. Belotti è un attaccante di una generosità mostruosa, a volte anche troppa. Non sarà un problema trovargli una collocazione. Penso che stia valutando le offerte per scegliere la squadra migliore in cui andare. Qualche anno fa poteva entrare tra gli attaccanti più grandi, ma l’impressione che ho è che la sua troppa generosità gli abbia condizionato un po’ la carriera assieme ai suoi infortuni”.

Sui presidenti come De Laurentiis e Moratti

"La specie dei vari De Laurentiis e Moratti andrà ad estinguersi. Singole persone, anche mecenati, non possono gestire la concorrenza di grandi cordate. Ben vengano i fondi, a patto che si conosca la provenienza del denaro con tutte le barriere di sicurezza e serenità che deve avere chi acquista un club. Bisogna fare attenzione ai fondi stranieri, perché non si ha mai un punto di riferimento vicino, non si riesce a chiedere conto a nessuno, non c’è un campanello dove bussare”.

Cosa è mancato al Napoli per vincere lo scudetto

"Ci vuole chi sappia scegliere bene i giocatori. Bisogna spendere un sacco di tempo ed energie per fare lo screening di chi entra in un club. Questo è quello che ha fatto Mantovani ai miei tempi. Discorso da allargare anche all’allenatore, ma sono sempre i giocatori che possono portarti a determinati traguardi. Se devo prendere un giocatore, personalmente vorrei leggere tutte le dichiarazioni rilasciate dallo stesso e dal suo Entourage, così ho il quadro più chiaro di chi sia. Al Napoli questo è mancato? Questo non lo so. So solo che questo è ciò che attende i manager futuri di una squadra di calcio. È il club che prima di tutto deve curare i dettagli. Qualcosa ovviamente può scappare. Ma poi siamo sicuri che durante la stagione i club siano in grado di proteggere gli investimenti che hanno fatto? Al Napoli ho apprezzato che De Laurentiis sia andato dai giocatori per una settimana. Ma perché non succede tutte le settimane? Perché non l’ha fatto quando l’obiettivo scudetto era ancora raggiungibile? Ovviamente i giocatori hanno bisogno dei loro spazi, ma un presidente solo così può intervenire per evitare guai. La sfida nei club sarà quella di controllare le varie dinamiche dei giocatori”.

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