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Delvecchio: “Samp-Napoli sarà una gara combattuta. Quagliarella? Sarebbe potuto essere una bandiera azzurra”
Gennaro Delvecchio, responsabile del settore giovanile del Lecce ed ex calciatore, fra le tante, della Samp, è intervenuto ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore” in onda dal su 1 Station Radio ed ha parlato anche del Napoli. Di seguito le sue dichiarazioni.
“Con la Primavera del Lecce, fra due settimane, sfideremo il Napoli. Purtroppo gli azzurri sono in ripresa, ma all'andata vincemmo. La prima regola quando si lavora con i giovani, è insegnargli l’importanza del sacrificio e della dedizione. Chi vuole arrivare lontano e diventare professionista, deve avere queste caratteristiche. I ragazzi di oggi lavorano troppo con il telefonino, e questo può diventare un pericolo durante il percorso di crescita, onde evitare che scambino i social per la vita reale. Lecce? La Serie B è un campionato difficile, ed è ancora più incerto rispetto alla Serie A. Continuità di risultati? La squadra ha trovato la quadra, ma il nostro filotto di vittorie non ci deve far pensare di essere arrivati. In cadetteria basta perdere un paio di partite per uscire fuori dalla zona play-off. Maggio? Con Christian ci ho giocato alla Sampdoria, conoscevo già le sue qualità di uomo e di calciatore e, dunque, ero convinto che avrebbe dato il suo contributo. La sua esperienza ha contribuito all'importante impatto che ha avuto qui. Credo possa ancora giocare in Serie A”.
Samp-Napoli?
“Sarà una bella partita. Gli azzurri, a parte lo stop con la Juventus, sono in netta ripresa. Il loro campionato è stato altalenante per via degli infortuni e del Covid, ma Gattuso ha fatto un ottimo lavoro. La Samp, invece, si è allontanata dal gruppetto che lotta per la retrocessione, dunque potrebbero avere la mente libera e disputare una partita più serena. Quagliarella? Non mi sorprende che segni ancora, è un ragazzo umanamente straordinario. Avrebbe potuto essere una bandiera come Insigne nel Napoli, ma le vicende extracalcistiche hanno condizionato la sua carriera. Insigne? Esistono i numeri, le stagioni, e analizzando i suoi, non si può non dire che è un leader. A parte qualche momento negativo con la piazza, che capita nel calcio, oggi è un riferimento per il Napoli e per la Nazionale Italiana. Allenatore? Continuerei con Rino, è la persona giusta sia umanamente che tecnicamente per il club partenopeo. Se non ci fossero più i presupposti per andare avanti con Rino, credo che Sarri potrebbe essere un gran ritorno. Osimhen? In Italia c’è il solito problema di giudicare anzitempo i ragazzi giovani. Diamogli tempo, sta facendo bene e può diventare un calciatore importante. Qualche giovane del Lecce che può fare carriera? Abbiamo diversi ragazzi che hanno fatto bene e che ci fanno ben sperare, ce li teniamo stretti per il momento, augurandogli un futuro importante. Non abbiamo ancora ragazzi pronti per la Serie A, ma qualcuno lo abbiamo già aggregato alla prima squadra. Macrì? 2003 interessante, sta facendo bene e speriamo possa continuare questo percorso di crescita. È uno dei nostri ragazzi più interessanti. Io al Napoli? Era tutto fatto, poi arrivò la convocazione in Nazionale da parte di Donadoni e Garrone non mi volle più cedere. Ricordo ancora l’intervista di ADL che si arrabbiò tantissimo col presidente. Chissà cosa avrei potuto fare in Campania... Spero comunque di arrivare in azzurro da direttore, anche se oggi non mi sentirei ancora pronto”.
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