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(Getty Images)
Gennaro Delvecchio, ex calciatore, fra le tante, dell’Atalanta, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione in onda su 1 Station Radio, per parlare della sfida di Coppa Italia tra i bergamaschi e il Napoli:
“Atalanta-Napoli? Una gara da tripla. Entrambe sono squadre importanti, nonostante nel Napoli ci sia un po' di malumore dati gli ultimi risultati. Conoscendo Rino, credo che questo abbia caricato ancora di più l’ambiente per fare bene. I bergamaschi, dal canto loro, vogliono a tutti i costi questa storica finale. Stagione azzurra? Ad inizio anno ero molto fiducioso sul Napoli, poi ha perso qualcosa con gli infortuni e la crepa venutasi a creare tra Gattuso e De Laurentiis. Senza serenità è difficile fare bene. Muriel? È un ragazzo che è maturato tantissimo da quando è a Bergamo, ma non credo che l’Atalanta dipenda da lui o da Zapata. Sono un collettivo, una grandissima squadra, hanno uno spirito di gruppo e sono molto fisici in tutti i settori del campo. Mi auguro per il Napoli che le individualità possano fare la differenza. Mi aspetto il riscatto di Osimhen ed il centesimo gol di Insigne, che potrebbe essere decisivo anche sui calci piazzati. Modulo? Deve decidere Rino in base a quali sono i calciatori che stanno meglio”.
Delvecchio, oltre che di Atalanta-Napoli, ha parlato della situazione del calcio italiano:
“Penso che per come sta andando il calcio italiano e l’economia in generale, sia fondamentale che i club guardino con maggiore attenzione ai settori giovanili. È lì che si possono costruire dei giocatori forti, ma è fondamentale che alla base siano fatti investimenti importanti. Quando un club stila un budget sa che una certa somma va utilizzata per il settore giovanile. All’estero si investe tanto sui giovani, ed i risultati si vedono. Quando sono stato all’Atalanta c’era già una programmazione a lungo termine sui giovani. Mi auguro che questa crisi dovuta al Covid darà la possibilità alle società di investire più sui vivai. Il segreto della crescita costante dell’Atalanta è la famiglia Percassi, presente giorno e notte accanto alla squadra. Sul mio mancato trasferimento al Napoli, posso dire che avevo già un accordo con De Laurentiis quando era ancora in B: un contratto di 4 anni con un premio per una eventuale qualificazione in Europa. Dunque anche il Napoli aveva già chiari quali fossero i propri obiettivi. È saltato tutto perché in quell’anno io mi sono guadagnato la convocazione in Nazionale e Marotta e Garrone - direttore e presidente della Sampdoria, ndr – non mi hanno fatto lasciare Genova”.
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