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Delneri racconta De Paul: “Mi ricorda due giocatori del Napoli”

Redazione

L’esplosione del talento di Rodrigo De Paul. In 10 giornate già 3 assist e soprattutto 5 gol, ciascuno dei quali dedicato a nonno Osvaldo baciando il tatuaggio sul braccio a lui dedicato. Il ‘Pollo’ sta finalmente dimostrando quel...

L’esplosione del talento di Rodrigo De Paul. In 10 giornate già 3 assist e soprattutto 5 gol, ciascuno dei quali dedicato a nonno Osvaldo baciando il tatuaggio sul braccio a lui dedicato. Il ‘Pollo’ sta finalmente dimostrando quel potenziale che ai tempi dei Siete Diamantes del Racing gli riconoscevano e di cui, forse, qualcuno aveva iniziato a dubitare tra Valencia e Udine.

Chi invece ne è sempre stato certo di tanta qualità è Gigi Delneri, che ha conosciuto l’argentino classe '94 all’Udinese nel 2016 dopo esser subentrato in corsa a Beppe Iachini: “Ha saputo apprendere molto anche da tutti gli allenatori avuti e ora con Velazquez ha trovato davvero la sua dimensione a sinistra come esterno: è in quel ruolo che dà il meglio di sé! Quando c’ero io non potevo schierarlo lì perché c’era Thereau e il francese nei tre dava poteva giocare solo lì, quindi ho spostato De Paul in altri ruoli, anche a destra, mentre lui era abituato a giocare seconda punta”, ha dichiarato l’ex allenatore dell’Udinese in esclusiva per GianlucaDiMarzio.

“È un esterno di qualità importante che vuole ricevere la palla nei piedi, ma èdifficile trovare un paragone. Forse un Callejon che cerca meno la profondità, anche se per quel suo modo di rientrare verso il centro e calciare può ricordare Insigne. È bravo nel fraseggio e nel saltare l’uomo, poi sta trovando grande continuità anche in zona gol”. Tanto da meritarsi la convocazione e l’esordio anche con l’Argentina.

Ha attirato anche l’attenzione di diverse big che per lui ci proveranno in sede di calciomercato. L’Inter su tutte: “Secondo me è meglio che vada in una grande squadra qui in Italia. In Serie A gli esterni con grandi qualità tecniche vengono valorizzati, basta guardare i giocatori che schierano le big come Juve, Napoli, Roma, Inter e Milan in quel ruolo”.

A 24 anni ha raggiunto la maturazione giusta per poter fare il grande salto: “È l’età giusta per poter far un’esperienza in una grande squadra. Se dovesse andare in una società importante dovrà essere bravo a ritagliarsi il suo spazio con sacrificio, dimostrando il suo valore all’allenatore. Ma soprattutto dovrà essere sereno – continua Delneri -. Lui ha il vantaggio di esser abituato al sacrificio visto che sono ormai alcune stagioni che lotta per la salvezza. In una grande squadra le prospettive cambiano e di conseguenza anche i giudizi sulle prestazioni”.

Potrà davvero essere grande anche in una big se limerà qualche piccolo difetto. Uno su tutti: “Dovrebbe velocizzarsi un po’ di testa. Nel senso di rapidità nel fare una scelta, invece a volte si perde l’attimo. Invece lo vedo migliorato molto nei movimenti, nel sacrificio e nella copertura”.

Delneri si coccola il suo De Paul: “È un giocatore che merita il meglio per la persona che è: un ragazzo serio che sa cosa significa lavorare e applicarsi. È un tipo sensibile e davvero a posto. Con lui ho sempre avuto sempre un rapporto molto buono e diretto. Grande feeling e grande disponibilità da parte sua”. Per l’allenatore, De Paul è stato bravo “a saper sopportare le critiche, che non è mai facile. Sta facendo cambiare idea a chi non lo riteneva un grande giocatore. È secondo me ha ancora ampi margini di miglioramento”.

Attenzione però, Delneri non vuole prendersi alcun merito riguardo questa escalation dell’argentino.“Mi ha dato tanto e penso di aver dato anche io tanto a lui, ma ritengo che il merito sia esclusivamente suo! Di certo ha fatto sue le mie indicazioni molto in fretta, anche se forse inizialmente è stato un pochino difficile fargli capire che bisognava lavorare sempre di più e difendere per arrivare a grandi obiettivi”.

Il perché è semplice: “Nel calcio bisogna correre: nei 90’ i giocatori di maggior talento passano al massimo 2’ complessivi col pallone nei piedi; mentre il resto è corsa dietro a un pallone. Quindi più che giocare a calcio si corre dietro a un pallone. La gente non se ne accorge ma è uno dei miracoli di questo sport”. Forse è anche grazie all’aver fatto proprio questo credo che stiamo ammirando l’esplosione di un talento come quello di Rodrigo De Paul. Gianluca Di Marzio.