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Foto SSCN
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è intervenuto al convegno "L'Antisemitismo nello sport" presso la Sala del Refettorio alla Camera. Tra i relatori c’erano anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, il Procuratore federale della Figc Giuseppe Chiné, il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il coordinatore per la lotta contro l'antisemitismo Giuseppe Pecoraro, il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"Bisogna prendere provvedimenti precisi da parte delle istituzioni calcistiche e governative. Chi compie certe azioni va tenuto fuori dagli stadi per sempre. Il protocollo che sarà presentato martedì va bene, ma le buone intenzioni non bastano più. Le soluzioni vanno attuate, non promesse. Bisogna avere la forza di essere antipatici e solo con l'azione ci si riesce. Noi credevamo che dopo ottant'anni non esistesse più, invece ci sbagliavamo. Noi abbiamo un problema educazionale, siamo i primi responsabili di quello che avviene sul web perché concediamo ai nostri figli o nipoti di essere interconnessi perennemente con i loro smartphone e sul web non c'è controllo. L'antisemitismo fa scopa con razzismo e ci sono esempi negli stadi con le cosiddette zone franche dove esiste soltanto la legge del tifoso. Ma quello non è un tifoso, quella è una risposta irresponsabile, ineducata a chi non ha saputo governare questo sistema calcio. Io sono un sostenitore da sempre della legge inglese dove gli stadi sono sacri. Se ti alzi in piedi per tre volte di seguito vieni allontanato, ci sono addirittura le celle negli stadi mentre in tutto il resto d'Europa c'è il caos".
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