Ai microfoni de LaLazioSiamoNoi è intervenuto Maurizio De Giovanni, noto scrittore napoletano, che ha parlato della sfida di questa sera al Maradona, ma anche del ritorno a Napoli di Maurizio Sarri.
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De Giovanni: “Maradona fa parte dell’identità di un popolo. Sarri? Un maestro”
Le parole del noto scrittore
De Giovanni: "Maradona fa parte dell'identità di un popolo. Sarri? Un maestro"
Le parole di De Giovanni:
“Diego fa parte dell'identità di un popolo. È l’uomo che ha insegnato alla mia città che potevamo vincere e non solo nel calcio. Maradona ha vinto assomigliandoci, nel modo di fare, nella genialità un po’ sregolata, nella capacità di guardare in faccia il potere costituito dicendogli in faccia quello che pensava e pagando caro di persona. Sono cose che lui ha fatto e che rimarranno per sempre. Ho avuto modo di incontrarlo diverse volte e ricordo questo nonno orgoglioso che mi faceva vedere sul telefonino le foto del suo nipotino. È un ricordo personale molto dolce e tenero”.
C’è un attaccante nato a Torre Annunziata che sta scrivendo la storia della Lazio e del calcio italiano: il suo nome è Ciro Immobile…
“Criticato a vanvera. Immobile è uno straordinario campione. Un ragazzo di una serietà, un vigore e un’applicazione assolutamente eccezionali, oltre a essere un campione assoluto. Stiamo parlando di una Scarpa d’Oro. In Italia ne abbiamo avute solo tre. È un centravanti completo, fortissimo in tutti i fondamentali e che partecipa al gioco della squadra. Discutere Ciro è una follia, assurdo. Fortunata e brava la Lazio ad averlo voluto, aspettato e ad avergli dato l’ambiente giusto per poter esprimere tutte le sue potenzialità”.
Ti sarebbe piaciuto vedere Immobile con la maglia del Napoli dopo l’addio di Higuain?
“Sarei stato felice. Quel terzetto Verratti-Insigne-Immobile del Pescara di Zeman poteva fare la fortuna di qualsiasi squadra e infatti loro singolarmente hanno fatto la fortuna delle squadre in cui hanno giocato. Io sono un fautore del fatto che i napoletani possano e debbano giocare in questa città. Io sono un napoletano che non se n’è andato. Sono rimasto qui e, nel mio piccolo, ho dimostrato come si possa lavorare con successo anche nella propria città. Sarebbe stato bellissimo vederlo in azzurro, ma allo stesso tempo penso che Immobile abbia avuto un ambiente perfetto nella Capitale”.
Quanto peseranno le assenze per il Napoli?
“Anguissa e Osimhen sono giocatori non sostituibili e implicano la riorganizzazione della squadra intera quando non ci sono. Il Napoli già si è visto quanto abbia pagato queste assenze. In questo campionato non vedo padroni. Non mi pare ci siano squadre di grande superiorità come è stato nel passato. Vedo squadre forti che hanno alternano momenti straordinari a blackout. Non credo che le assenze per Spalletti possano essere definitivamente negative. Se il Napoli trova presto un equilibrio diverso con i suoi giocatori può anche discutere la propria presenza in vetta fino alla fine”.
Da Napoli alla Capitale: cosa è cambiato nella testa e nella mentalità di Maurizio Sarri?
“Sarri è un maestro di calcio. È uno dei più competenti e intelligenti allenatori del panorama italiano e internazionale. È evidente che il materiale umano e la disponibilità dei giocatori ad adattarsi a un nuovo schema di gioco è fondamentale. La Lazio viene da tanti anni con la difesa a tre di Inzaghi. Sarri ha dovuto gradualmente cambiare tutto, non è così facile e immediato. Ha l’intelligenza anche di adattare se stesso agli uomini che ha, ma l’idea di gioco è molto diversa da quella alla quale giocatori e tifosi della Lazio erano abituati. Semplicemente va dato a Sarri il tempo di portare le proprie idee di gioco nella mente di calciatori e tifosi”.
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