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D’Amico su Gattuso: “Nel calcio non c’è pazienza, i risultati stanno arrivando. Futuro? Non è il momento di parlarne”

Giovanni Ibello

“Gattuso? Nel calcio non c’è pazienza, quello che conta sono i risultati e, ad oggi, stanno arrivando, ma bisognerà continuare fino alla fine – queste le parole di Andrea D’Amico, Agente Fifa ed ex procuratore, fra i tanti, di...

“Gattuso? Nel calcio non c’è pazienza, quello che conta sono i risultati e, ad oggi, stanno arrivando, ma bisognerà continuare fino alla fine - queste le parole di Andrea D’Amico, Agente Fifa ed ex procuratore, fra i tanti, di Gattuso, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. So come la pensa Rino sul rinnovo, ma è meglio non parlarne ora, perché pensa solo a concludere al meglio il campionato e ad arrivare in Champions, ne riparlerà con De Laurentiis a fine stagione.

D'Amico sul Napoli e su Gattuso: le sue dichiarazioni a 1 Station Radio

 Possibile ridimensionamento Napoli? La Champions è l’obiettivo economico finanziario che giustifica gli investimenti, i conti vanno fatti anche in base a questo, è ovvio. Questo discorso vale per tutti i club. A chi non rinuncerei in caso di ridimensionamento? Ad oggi è difficile rispondere, i se e i ma nel mercato non contano nulla. Bisognerà vedere a fine stagione come andranno le cose, decideranno società e allenatore.

SuperLega? Questo è un progetto che parte da lontano, non è nato ora, la pandemia lo ha solo accelerato. L’errore commesso dalle firmatarie è stato il non comunicare in maniera chiara, dando modo di travisare l’idea a monte. Tutto è business, spettacolo, e non capisco le critiche della gente. Sono degli interessi economici e politici in gioco importanti, se si mettessero d’accordo le più grandi squadre europee non ci vedrei niente di strano.

In realtà non è equilibrata nemmeno la Serie A come sistema economico sportivo, andrebbero dati più soldi alle piccole, perché non possono competere con le big e rischiano il fallimento ad ogni retrocessione. Ognuno difende i propri interessi, mi stupisco di chi si stupisce. Come superare la crisi? In primis tornando alla normalità, poi con una migliore distribuzione dei diritti televisivi, perché la Tv è la prima entrata, è la padrona del pallone. Pertanto, bisogna aumentare il livello qualitativo dei campionati, anche quelli minori, per aumentare l’appeal”.