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Gaetano D'Agostino (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaetano d’Agostino. L'ex calciatore, oggi allenatore, ha fatto alcune considerazioni riguardo le principali vicende di casa Napoli e del calcio in generale.
Ecco quanto dichiarato dall'ex calciatore ai microfoni dell'emittente radiofonica:
"Cosa dobbiamo aspettarci da Fiorentina-Napoli? Sarà una gara molto aggressiva. Italiano cercherà di non far giocare il Napoli, perché se agli azzurri lasci il tempo di pensare ti fanno male. Il mister della Viola ha un marchio di fabbrica: voler dominare la gara. Spalletti è stato bravo ad insegnare i suoi principi ai nuovi arrivati. Gli azzurri sono, in questo momento, la squadra più consapevole dei propri mezzi e delle proprie idee, insieme alla Roma, anche se quest'ultima non ha raccolto il massimo".
Sulla Juventus
"Quello della Juve è un capitolo molto ampio, se si vuole parlare delle idee di gioco. Se volessimo dare un giudizio secco, dovremmo definirla molto noiosa. Sospendo il giudizio perché sono il primo che si ispira ai grandi allenatori, ma mi piace emozionarmi quando guardo il calcio e ieri, francamente, ho dovuto cambiare canale. Non si può vedere un giro palla dei difensori per venticinque minuti. Vlahovic non ha toccato palla, Kostic provava a crossare da ogni punto del campo. Credo che il ciclo della Juve sia finito, bisogna ripartire da un nuovo allenatore che porti altri principi, ci vorrebbe uno alla De Zerbi, ed il relativo tempo di cui avrebbe bisogno per insegnare il suo calcio. Non credo che il problema sia il fatto di non avere un centrocampo, il cervello del gioco può stare anche sulle fasce come fatto dal Napoli con Mario Rui e Kvaratskhelia, il problema è che i bianconeri mi sembra non abbiano assolutamente una idea di gioco. Guardare le loro partite, per me, è una fatica. Vedere un buco di venti metri tra difesa e centrocampo è un qualcosa di inguardabile. Quando seguo le partite per imparare il mestiere, non guardo quelle dei bianconeri".
"Poi vorrei dire una cosa a Locatelli: anche Lobotka viene marcato a uomo, ma si abbassa per venire a prendere palla, oppure per liberare un compagno. Rovella è quello che ha dimostrato la maggior personalità in quel centrocampo. Sento che la madre di Rabiot chiede dieci milioni per il figlio e penso: io quanto avrei potuto guadagnare? E Pizarro? E Pirlo? E senza scomodare grandi nomi, quale dovrebbe essere l'ingaggio giusto per Lobotka? Qui ci dobbiamo dare una regolata. Imparate a giocare prima di chiedere certi soldi: Rabiot, ai miei tempi, avrebbe fatto panchina, non conosciamo le sue caratteristiche perché non le ha mai dimostrate. Il futuro del calcio mi preoccupa. Lo United ha fatto bene a non prenderlo più, ha puntato su Casemiro di cui almeno conosciamo caratteristiche e potenzialità".
Su Kvaratskhelia
"È stato sicuramente il miglior colpo di mercato. Io giudico un calciatore dopo almeno venti partite, ma lui, se dimostrerà continuità, sarà un campione. A ventuno anni ci troviamo di fronte ad un potenziale campione, perché ha dimostrato già grandissimi numeri. Nove milioni di cartellino, se continua così De Laurentiis deve buttare il telefono dalle tantissime chiamate che gli arriveranno. Non aspettiamoci, ovviamente, che continuerà a segnare con questa frequenza, ma credo che abbia le potenzialità per farne almeno venti. Ha fatto uno stop su un cambio di gioco di Lobotka, contro il Monza, che mi è sembrato Zidane. Poi, nel contesto azzurro lui sarà sempre chiamato in causa perché idoneo all'idea tattica di Spalletti. Complimenti a Giuntoli per aver preso questo ragazzo, andando anche incontro allo scetticismo dettato dalla sostituzione dei senatori. Il 90% dei direttori, in Italia, non lo conosceva".
Sulla corsa scudetto
"Per partenza sprint, velocità di apprendimento dei nuovi e freschezza di idee, il Napoli ci sarà sicuramente. La squadra è più matura della passata stagione, ed io ero uno di quelli scettici. Anche la Roma ci sarà perché è una squadra solida. Il Milan c'è perché è la squadra campione in carica. Infine ci metto anche l'Inter. Però non vedo una squadra schiacciasassi".
Sul modello di squadra a cui si ispira per il suo calcio
"Mi diverto a vedere il Napoli. Mi divertivo anche quando c'era Sarri. Quando ci sono calciatori con fantasia e propositività, mi diverto. Gli azzurri l'anno scorso hanno gettato via uno Scudetto, non sono state le altre a vincerlo. Poi guardo molto la Roma che fa 4231. A livello europeo, invece, Arsenal e Manchester City. Riguardo il 4231, mio modulo preferito, devo dire che quello proposto da Spalletti è camuffato, perché c'è Zielinski trequartista che in tempo zero scala a centrocampo facendo mettere i suoi col 433. Questo fa sì che gli avversari perdano punti di riferimento".
Sul suo futuro
"Quando tornerò panchina? Quando troverò una squadra che voglia realizzare realmente un progetto. In Italia ci riempiamo la bocca con questa parola, ma poi si segue l'umore generato dai risultati, non la bontà delle idee messe in campo".
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