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(Getty Images)
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto il prof. Andrea Crisanti, direttore di microbologia e virologia dell’Università di Padova, che ha parlato anche del caso Osimhen e della variante africana del Covid. Di seguito le sue parole.
Sulle varianti del Covid e sulla loro pericolosità:
“Ogni organismo che riproduce deve copiarlo e trasmetterlo in maniera generale e vengono fatti degli errori. La maggior parte degli errori non hanno particolari effetti. Quando questi errori vengono trasmessi avviene che alcuni dei geni del virus acquistino un significato particolare e quindi nel caso della variante inglese infettano più facilmente. In alcuni casi questi cambi possono sfuggire alla risposta immune contro il vaccino. Noi stiamo immunizzando con l’informazione di un virus isolato mesi fa. È quasi come se ci infettassimo con un virus un po’ diverso. Il pericolo è che possa generare un virus più contagioso e produrre varianti che possano sfuggire al virus. È possibile andare avanti con un criterio più rigoroso dei colori? Questo approccio degli stop and go, fiaccherebbe qualsiasi economia e non protegge dalle varianti. Più c’è trasmissione virale, più c’è possibilità che si manifestino altre varianti. Le regioni rosse potrebbero essere efficaci nel bloccare varianti come quella inglese, ma è chiaro che laddove entrano varianti che mettono in dubbio l’efficacia del vaccino non servirebbero”.
Sul caso Osimhen:
Verdoliva (direttore ASL NA 1 ndr) a Castelvolturno per isolare i tamponi positivi del Napoli a causa di Osimhen? Potrebbe essere legato. Se è vero che sia questo giocatore il portatore della nuova variante è chiaro che si voglia fare un’indagine più approfondita. Sequenziare vuol dire codificare il patrimonio genetico del virus, per poter anche identificare le stesse variazioni di sequenza e copiatura che sono state eventualmente riscontrate nel giocatore della Nigeria”.
Sul vaccino:
“Dipende da molti fattori: se ci accontentiamo di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, vuol dire che raggiungiamo rt 1. Per bloccare tutta la trasmissione o si va sopra l’immunità di gregge o bisogna costruire un sistema di sorveglianza efficace. RT1 non serve a bloccare la trasmissione. Noi potremmo togliere le mascherine in questo modo, ma a costo di avere un numero fisso di persone che s’infettano e quindi di morti in più”.
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