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Così come è noto, l'”anti-juventinità” è un fenomeno che abbraccia mezza-Italia (l’altra metà

Redazione

Così come è noto, l'”anti-juventinità” è un fenomeno che abbraccia mezza-Italia (l’altra metà del paese, invece, tiene o simpatizza per i colori bianconeri). Questo sentimento di “odio...

Così come è noto, l'"anti-juventinità" è un fenomeno che abbraccia mezza-Italia (l'altra metà del paese, invece, tiene o simpatizza per i colori bianconeri).

Questo sentimento di "odio sportivo", non deriva dal fatto che la Juventus è una squadra vincente e pertanto, temuta o invidiata... ma ha ben altre radici.

La questione, al di là dei fatti giudiziari che hanno scandito la sua lunga e, inequivocabilmente gloriosa storia... (dal doping a calciopoli...) non risiede solo nella memoria storica del calcio italiano, ma anche e soprattutto nei comportamenti adottati da giocatori e stati generali del club.

Il problema si chiama "arroganza del potere".

Ad esempio, subito dopo Cardiff, Agnelli ha dichiarato che la squadra "ripartirà con la consueta cattiveria", per non tornare su quell'assurdo "refrain" secondo cui, a certe latitudini, vincere è l'unica cosa che conta...

Non è tutto. Che dire di quel timore reverenziale di cui soffrono gli arbitri, del comportamento dei giocatori - non sempre ligi ad una certa etica professionale.

Insomma, per tante ragioni che vanno ben oltre queste parole, la sensazione del tifoso medio è che la Juventus sia "al di sopra della legge" (virgolette d'obbligo).

Al nord si indignano dei caroselli napoletani, ma la domanda sorge spontanea e non si può ignorare: come poteva essere diversamente? Guardiamo, nello specifico, come sono andate le cose in questa stagione:

il Napoli subisce un torto lapalissiano e non ottiene l'accesso alla finale della Coppa Italia.

Insomma, l'andamento della partita risulta drammaticamente viziato dalle decisioni dell'arbitro e anche questo, è un dato di fatto.

Punto secondo: premesso che questo discorso viola ogni logica di buon senso e di sana competizione, perché è chiaro che gli azzurri devono puntare solo sulle loro forze... c'è anche da dire che è quantomeno difficile fare il tifo per Buffon e compagni (nella finale di Champions), quando lo stesso portierone della Juventus afferma che nella sfida dell'Olimpico contro la Roma - invero decisiva per il secondo posto - la testa era già alla finale di Cardiff... Insomma, anche quando le cose possono mettersi per i verso giusto e aprire un ponte, una seppur minima finestra di dialogo... tra Napoli e Juve le cose non son destinate ad andare bene. REDAZIONE - .