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Curva B, il leader Fedayn: “Nessun colloquio con De Laurentiis. Napoli-Milan? Ecco la verità”

Edoardo Riccio

Sono giorni complicati in quel di Napoli, in seguito agli scontri verificatosi sugli spalti del Maradona durante Napoli-Milan. Dopo il messaggio del portavoce della Curva A, ecco la risposta della parte opposta degli ultras azzurri

In seguito al messaggio lanciato dalla Curva A, scende in campo anche la B. Alessandro Cosentino, esponente del gruppo Fedayn, ha rilasciato alcune parole rilevanti ai microfoni dell'ANSA.

Cosentino: "Nessun fumogeno in campo in Napoli-Milan, ecco la verità"

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Di seguito le dichiarazioni del leader dei Fedayn: "I fumogeni non sono stati lanciati in campo, è stata una forma di protesta per dimostrare che noi siamo sempre qui. C'è stata una diatriba con un gruppo he faceva finta di niente, specialmente su alcuni cori che abbiamo fatto elaborato insieme. Contro il Milan regnava questo silenzio edalcune persone non si sono trovate d'accordo. Ed è successo così questo episodio, ma tutto ciò che è violenza non è accomunabile allo sport ed alle partite di calcio".

Su De Laurentiis: "Non siamo riusciti ad ottenere un colloquio con De Laurentiis. Fino a ieri la contestazione arrivata dagli altri settori. Credo che il presidente abbia necessità di interpretare il ruolo di primo attore, si è inventato la storia delle coreografie. Una volta i controlli consentono di far introdurre tutto allo stadio, un'altra, invece, non lo permettono più. Una settimana motivano la scelta per un motivo, un'altra per uno diverso, prima per gli incidenti con i tifosi giallorossi, poi per gli incidenti di Francoforte. Uno però non può condannare senza capire da chi partono queste vicende. Oggi parlano del regolamento d'uso, ma dovrebbe valere per tutti anche per chi viene da fuori e questo non avviene".

Sulla festa scudetto: "Oggi sono deluso e non ci penso. Siamo ragazzi, non meritavamo questa decisione. Credo che il mio momento sia terminato, tutto ciò che si verifica non mi appartiene più. Si tratta di un mondo virtuale, costituito da persone che fanno riferimento agli ultras senza nessun senso. Come ogni ciclo, c'è sempre un inizio ed una fine, il movimento dei gruppi organizzati è deceduto già da alcuni anni".

Sull'ingresso delle bandiere al Maradona: "Il modulo è emerso oggi, prima non c'è mai stata una richiesta. Le bandiere e gli striscioni sono parte della storia, non ci è mai stato imposto nulla. Capita spesso che non mostriamo il nostro materiale per il rispetto nei confronti di coloro che ci controllano: gli steward, infatti, conoscono la nostra identità".

Sulla violenza del mondo ultras: "Lo stadio del Napoli è da sempre uno dei pochi luoghi nel quale si sta ancora bene. Non posso associare la parole 'ultras' al termine 'violenza'. Facciamo tanti sacrifici per sostenere il Napoli in qualsiasi momento, lasciamo le nostre famiglie per stare accanto alla nostra passione".