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(Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)
Brutto pareggio tra Inter e Napoli allo stadio Maradona questa sera. Uno scialbo 1-1 che lascia contenta l'Inter e meno il Napoli, che era in vantaggio e si sarebbe potuta avvicinare all'Atalanta con una vittoria, appaiandosi alla Juventus di Pirlo (che ha perso oggi a Bergamo, ndr). I due goal sono arrivati da una giocata casuale con autorete di De Vrij e da un goal da fuori area di Christian Eriksen ad inizio secondo tempo. Tra le diverse giocate da segnalare una traversa di Lukaku e di Matteo Politano, ex della gara. Il Napoli ripartirà ora giovedì da una sfida contro la Lazio di Simone Inzaghi. Al termine della gara, ai microfoni di Sky Calcio Club è intervenuto Antonio Conte, tecnico dell'Inter.
Il suo punto di vista: come si migliora l'Inter?
“Noi in questo momento dobbiamo solo concentrarci sul presente, perché sinceramente non sappiamo cosa accadrà, quali saranno i programmi. Non sappiamo niente, non ha senso ora parlare di mercato. Sono molto contento e orgoglioso di questo gruppo, cresciuto in maniera importante sotto tanti punti di vista. Questa è una partita che in altre situazioni avremmo perso, o l'avremmo subìta di più. Oggi si è vista una squadra che sa quello che fa e che vuole, che non perde mai la giusta via anche se accade qualcosa di sfortunato".
Cosa la rende particolarmente felice?
"Il fatto che queste partite in altre situazioni le avremmo perse e ci saremmo abbattuti. Abbiamo preso un goal sfortunato ma la squadra ha reagito, la squadra è conscia dei propri mezzi e non perde la bussola e la fiducia. Non dimentichiamo che affrontavamo il Napoli al completo, e come ho sempre detto io consideravo il Napoli una delle squadra più attrezzate per lo Scudetto. Sono stati sfortunati con gli infortuni, ma il Napoli è una squadra forte. Venire qui e fare questo tipo di partita, giocare con questa fame. Potevamo concederci qualche bonus, qualche calo grazie al percorso che ci siamo costruiti, invece abbiamo tenuto testa al Napoli".
Sulla crescita di mentalità, cosa l'ha portata secondo lei?
"Io ho sempre parlato già dall'anno scorso del fatto che i successi passassero per la crescita di ogni singolo calciatore, sotto tanti aspetti. Caratteriali, di mentalità, non solo tecnici. Quest'anno ciò è avvenuto, a volte magari facendo rimarcare alcune situazioni. Ma ho trovato ragazzi che hanno sempre dato grande disponibilità perché volevano mettersi in gioco loro per primi, per vincere qualcosa di importante. Io lo ripeto sempre ai miei: sono importanti i premi collettivi, non solo le vittorie individuali, i goal e altro. Conta a fine carriera ciò che hai vinto"
Su Eriksen, ora è diventato un titolare. Cosa le ha fatto cambiare idea?
"Innanzitutto la possibilità di poter lavorare su di lui, e poi che lui capisse che nel calcio esistono due fasi: quella difensiva e quella offensiva. Diciamo che Christian ci ha messo un pochettino, anche perché abbiamo cercato in tutti i modi di inserirlo da trequartista, ma adesso si sta esprimendo molto meglio. Sono convinto che possa anche fare molto di più, io sono lì costantemente ad esortarlo. Ha delle qualità importanti, sta aumentando anche l'aggressività. Questo ci ha dato benefici".
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