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‘La cocaina non è doping’, la svolta è storica! Maradona lo diceva, ma in pochi gli credevano: “Che giocatore sarei stato senza…”

Giovanni Ibello

Svolta storica decisa dal Wada, agenzia mondiale dell’antidoping che alleggerisce la posizione degli atleti positivi a cocaina, eroina, cannabis ed ecstasy.  In particolare, se un atleta assume queste sostanze stupefacenti prima o dopo una...

Svolta storica decisa dal Wada, agenzia mondiale dell'antidoping che alleggerisce la posizione degli atleti positivi a cocaina, eroina, cannabis ed ecstasy.  In particolare, se un atleta assume queste sostanze stupefacenti prima o dopo una determinata fascia temporale (20 ore al massimo tra il giorno che precede la competizione e il controllo medico immediatamente successivo all'evento sportivo), se la cava con una squalifica simbolica che va dal minimo di uno a un massimo di tre mesi.

In foto: Diego Maradona che piange per un gol dei suoi Dorados de Sinaloa

La pena prevista in passato per una simile infrazione andava dai due ai quattro anni. La Wada,  dunque, ha appena modificato il suo Codice, rendendo davvero simboliche le pene per gli atleti che si dedicano, per usare un eufemismo, "qualche licenza di troppo".  Maradona pagò con la vita la sua dipendenza. Gli portarono via il calcio, la sola passione che animava le sue giornate. Diego fu squalificato per 18 mesi  dopo Napoli-Bari del 1991, fermo restando che la droga va sempre demonizzata ed è difficile prendere posizioni di fronte a certe notizie. Claudio Caniggia rimediò invece una squalifica di 13 mesi dopo un Roma-Napoli del 1993.  Insomma, così come si legge sul Corriere della sera, "la cocaina non è doping". Maradona lo diceva sempre (specie nella sua celebre intervista con il regista Kusturica): "Che giocatore sarei stato senza la cocaina...".