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Chiariello: “Ripartono cinema, teatri e musei. Perché il calcio no?”
Il giornalista Umberto Chiariello esprime dubbi e perplessità sulla gestione dell'emergenza sanitaria nell'ambito dello sport. Tante le riaperture già effettive, prossimamente se ne aggiungeranno altre, come analizza ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Perché allora il calcio non può ripartire? Questo è il grande quesito attorno a cui gira l'EditoNuovo odierno. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it:
“C'è uno studio di un'università danese che ha studiato 14 partite della Super League. Partendo da quelle che sono le osservazioni dell'ISS mondiale. Il contagio è rilevante se sei a meno di 2 metri da una persona infetta per più di 15 minuti. Lo studio ha dimostrato che i calciatori rimangono entro la distanza d'infezione tra 0 e 177 secondi, la media di 1 minuto e 28 secondi. Il centravanti ha il rischio più grosso, ma secondo lo studio, parliamo del nulla. Non è davvero pericoloso, perché si parla di una permanenza di contatto al di sotto dei 15 minuti".
“Sapete quanti professori di medicina, letterati, artisti si sono ammalati di Covid-19? Tanti, a causa di vari convegni. Oggi si riaprono i teatri, i cinema, con il distanziamento sociale. Franceschini, ottimo Ministro che sta cercando di riaprire tutto in sicurezza. La domanda è: se possono riaprire musei, cinema e teatri, che sono al chiuso, perché uno stadio che è grande molto di più ed è all'aperto, perché non si può fare calcio col pubblico limitato e controllato?".
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