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L'edizione odierna de "Il Roma" ha analizzato gli inizi di Carlo Ancelotti nel panorama calcistico a Parma nel lontano 1976. Lo storico quotidiano partenopeo si è soffermato tra le altre sulla partita di oggi al Tardini, ecco quanto scrive il collega Mimmo Carratelli:
"Ed eccoci nella città ducale dove il nostro leader calmo cominciò a giocare a pallone, anno 1976, nel Parma del geometra Ernesto Ceresini, allenatore Tito Corsi, un portiere che sembrava uno dei tre moschettieri ed era Mirko Benevelli di Reggio Emilia, e Carlo Ancelotti aveva 17 anni. Poi allenatore dei ducali per due stagioni, vent’anni fa. Come passa il tempo da vent’anni in poi, cantano i Camaleonti. A Parma, negli anni antichi, il Napoli ha vissuto una domenica di gloria, la promozione del 1965 in serie A con due gol di Canè e uno di Bean, allenatore Pesaola, il carissimo petisso, e una di vergogna, la retrocessione anticipata del 1998. Il glorioso Parma di Nevio Scala, protagonista in Europa, è un ricordo lontano, seppellito da due fallimenti della società emiliana. Nel novembre scorso sono scomparsi i cinesi di Jiang Lizhang e il club è tornato in mani parmensi con Pietro Pizzarotti, famiglia di costruttori. Il Parma di Roberto D’Aversa è ben piazzato nel mare della tranquillità del centro-classifica. Il Napoli di Ancelotti è ben piazzato al secondo posto. E’ una partita fra squadre agiate, senza problemi imminenti. Potrebbero giocare per lo spettacolo. Nella città di Toscanini, Ancelotti e D’Aversa potrebbero dirigere la grande orchestra del gol, in un tardo pomeriggio musicale. Il Napoli senza steccare, come è capitato in certe ultime esibizioni. Il Parma con violini di prima fila (Gervinho e Biabiany) e un solido pianista (Roberto Inglese in prestito per 3 milioni dal Napoli, riscatto fissato a 25). Parma piuttosto corsaro si fa valere meglio in trasferta (5 successi pieni, 16 punti) che sul suo campo (3 vittorie, 13 punti). Questo potrebbe dire che, fuori casa, il Parma di D’Aversa schizza in contropiede con l’ivoriano Gervinho (32 anni), il guadalupense Biabiany (31) e i gol di Inglese (otto, quattro fuori). Giocando in velocità con le sgasate di Gervinho, il Parma ha fatto 3-3 sul campo della Juventus. Chapeau! E non c’è più Boateng in viaggio di lusso a Barcellona, compagno di Messi. Il problema del Parma è che incassa troppi gol (14 in casa, 19 fuori). Al “Tardini” ha perso tutti i confronti con le prime della classe: 1-2 Juve, 0-1 Inter, 0-2 Lazio, 0-2 Roma. Ancelotti, dopo le fantasie giovanili contro lo Zurigo, Verdi e Ounas a segno contro gli svizzeri, ricompone la squadra-tipo, assente il solo Insigne (squalificato). Rientrano Callejon, Allan, Fabian Ruiz. In difesa riprende il suo posto Maksimovic dopo i primi 56 minuti concessi a Chiriches giovedì sera. Sugli esterni Malcuit e Hysaj che avranno il loro daffare contro le veloci ali del Parma, Hysaj sulla pista della “motocicletta” di Gervinho. Il Napoli-tipo si “allena” in campionato pensando all’Europa League, sorteggio positivo negli ottavi (7 e 14 marzo) contro il Salisburgo, primatista assoluto del campionato austriaco (undici punti sulla seconda, 64 gol in 18 partite). Basta esperimenti per affinare intesa e schemi dei migliori undici. A Parma vedremo se è migliorato il rapporto costi-benefici degli attacchi azzurri. Tanti tiri e numero di gol non adeguato alle occasioni create. C’è Mertens con Milik, coppia quasi inedita e non si sa fino a che punto compatibile. Il belga un po’ in ombra avendo perduto la certezza di titolarissimo, il polacco impreciso sotto porta. In mediana, vedremo come va l’adattamento di Fabian Ruiz. Forse, sulla fascia con Zielinski in mezzo sarebbe una soluzione migliore per sfruttare le percussioni dello spagnolo e il suo tiro mancino da fuori area. Partita tranquilla, si dovrebbe giocare per il gusto del gioco".
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