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CdS Campania – “attenti alla Canna”: Paolo, Fabio e il Pocho lo aspettano

Redazione

Paolo e Fabio Cannavaro e il Pocho Lavezzi Qui non c’entra Confucio e neanche Babele: questo è calcio e si potrà anche scherzare, però la storia si sta facendo terribilmente seria. C’è un pallone che rotola, ma da...

Paolo e Fabio Cannavaro e il Pocho Lavezzi Qui non c’entra Confucio e neanche Babele: questo è calcio e si potrà anche scherzare, però la storia si sta facendo terribilmente seria. C’è un pallone che rotola, ma da un bel po’, verso Oriente e conviene osservarlo non solo con gli occhi a mandorla: posate lo sguardo su quel ch’è successo appena ieri, un po’ prima e anche dopo che Graziano Pellè si lasciasse andare con il cucchiaino agli Europei del 2016.

Ormai è un mondo popolato anche da alieni, e dev’esserci un richiamo non esclusivamente economico che trascina verso quel macro universo da oltre un miliardo d’abitanti a braccia larghe per accogliere il talento: fatevi un giro, magari con la memoria, per accorgervi che qualcosa è cambiato e dopo Diamanti e Gilardino (toccate e fughe), sono arrivati da ogni parte della Terra e ora che pure uno slovacco – ma mica uno qualunque – s’avvicina, c’è un motivo in più per sentirsi sempre più dentro al pallone.

Questi sono investimenti, anche se ormai controllati, e sono così robusti, consistenti, dispendiosi perché tentano di fare in modo che il calcio attecchisca sul serio e ramifichi, attraverso il processo d’emulazione dei bambini. Serve il talento allo stato puro, quello di Oscar e di Witsel, di Ramires e di Jackson Martinez, semmai anche di Marek Hamsik, che avrà modo di farsi spiegare da chi l’ha preceduto quali sentieri percorrere e quali evitare, per ambientarsi in fretta com’è riuscito a Fabio e a Paolo Cannavaro oppure al Pocho Lavezzi, a quella Napoli che si raggiunge con lo smartphone, perché così si fa in fretta ed è assai moderno.

Però ormai, e non per vezzo, la rotta è stata tracciata e stavolta c’è la possibilità che si parta da Napoli (o dalla Slovacchia, fa lo stesso anche se non vi pare) per tuffarsi in un’esistenza «diversa», assai più dorata di quella normalmente attraversata e comunque istruttiva: è una questione di dribbling, di parabole avvolgenti di fascinazione e perché no, chiaramente di (tanto) danaro. Basta seguire il percorso di Marco Polo e godersi queste vie del calcio, che adesso sono seriamente infinite. CdS.