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LONDON, ENGLAND - APRIL 11: Kevin-Prince Boateng of Portsmouth takes off his shirt and celebrates his goal during the FA Cup sponsored by E.ON Semi Final match between Tottenham Hotspur and Portsmouth at Wembley Stadium on April 11, 2010 in London, England. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)
Questo 2020 è stato sicuramente l'anno della battaglia contro il razzismo. Il grido "black live matter", esploso in gran parte del pianeta, ha certamente avuto il gran merito di sensibilizzare riguardo la questione delle discriminazioni razziali e non solo. Ma è ancora troppo poco. Lo sostiene convintamente Kevin-Prince Boateng, calciatore del Monza, che ai microfoni de Il Corriere della Sera ha fatto il punto della situazione sulla vicenda.
Ecco quanto dichiarato da Kevin-Prince Boateng ai microfoni de Il Corriere della Sera:
"Nessun bianco mi ha mai detto di volermi sostenere in questa battaglia contro il razzismo. Molti si astengono per paura, altri perché ritengono sia più vantaggioso non esporsi in una vicenda che non li riguarda. Comandano i bianchi: se alzassero la voce loro, saremmo più ascoltati. I giovani e il calcio moderno? Quando ero al Tottenham dovevo pulire le scarpe ai veterani dello spogliatoio. Oggi, invece, i giovani mica lo fanno. Pensano alle Mercedes e alla playstation. Sono arrivato al Milan da ragazzo di strada abituato al kebab, solo dopo ho iniziato a mangiare il sushi. Il giorno che non proverò più passione per questo sport smetterò, non voglio rubare il posto a chi ancora lo sogna".
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