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Bentornato, capitano. Hamsik ritrova il gol e la posizione: la mediana è di nuovo sua

Redazione

Marek Hamsik torna al centro della manovra del Napoli, dopo un periodo di appannamento, e batte un altro record

In un calcio fatto di amori fulminei e passioni a intermittenza, le bandiere che svettano sempre nella stessa direzione, non seguendo il vento ma difendendo una causa, sono davvero poche.

Una delle ultime in Italia, ma più in generale in Europa e nel mondo, è Marek Hamsik, capitano del Napoli.

Dopo essersi sentito lusingato, stagioni fa, per il corteggiamento di un vincente Milan, di un allettante Borussia Dortmund, di una ricca Cina... lo slovacco ha preferito la permanenza in maglia azzurra, nel rispetto di un contratto, di un vincolo e di un affetto che da oltre un decennio lo legano al Napoli e a Napoli.

Anche quando è stato criticato, messo in panchina e in sordina, reinventato in modulo e posizioni, Hamsik ha resistito alla tentazione della rivalsa e ha optato per la permanenza. Qualche volta, forse proprio per il suo atteggiamento remissivo davanti alle imposizioni superiori, è stato anche bersagliato per mancanza di personalità. Molto più probabilmente, è un calciatore oggi démodé. Non un bad boy, un talento maledetto, ma uno che il proprio lo mette a disposizione delle necessità, senza troppe velleità individualistiche.

Lo ha capito immediatamente Carlo Ancelotti, pur avendo potuto osservare in tutti questi anni Marek Hamsik solo da lontano. E' stata proprio la telefonata estiva, la prima del neo-allenatore, a convincere lo slovacco a restare in azzurro: no, non era decisamente finita la sua avventura. C'è ancora molto da dare e da provare.

Detto, fatto.

Esita poco il capitano e accetta di vivere la dodicesima stagione sull'erba del San Paolo. E non sbaglia a fidarsi.

Dopo un inizio di stagione discutibile, nel corso del quale ha dovuto adattarsi al ruolo più centrale e non meno faticoso di regista e ha dovuto digerire qualche panchina in più, il riscatto è arrivato.

Un percorso lento, ma nemmeno troppo, che ha portato a un suo favorevole riposizionamento. Le geometrie ad Hamsik non sono mai mancate, ha dovuto solamente spostare la punta del compasso nel mezzo della mediana.

Proprio una verticalizzazione di questo genere ha propiziato la rete di Mertens in occasione della gara contro la Stella Rossa, ma lo slovacco ha potuto anche togliersi una soddisfazione personale, quella del gol.

L'ultima rete l'aveva segnata in campionato lo scorso 6 maggio, in occasione della gara interna contro il Torino, terminata sul 2-2. In Champions League, invece, era a secco da due anni: l'ultima rete l'aveva marcata il 1 novembre del 2016, quando rispose al momentaneo vantaggio di Quaresma e del suo Besiktas.

Un periodo di magra interrotto nella sera più importante, quella che segnerà in qualche modo il cammino del Napoli in campo internazionale.

Ben 851 minuti di attesa per raggiungere un record, un altro: Marek Hamsik è l’unico giocatore della storia del Napoli ad aver segnato per 12 stagione consecutive.

Non ha mai saltato un appuntamento. Qualche volta si è fatto attendere, anche invano, ma la sua tecnica e la sua intelligenza sono sempre puntuali quando c'è una storia da scrivere.

di Sabrina Uccello

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