Paolo Bargiggia è intervenuto ai microfoni di 1 Station Radio per parlare delle principali vicende di casa Napoli e del calcio italiano. Secondo il noto giornalista, De Laurentiis sarebbe favorevole ad un cambio sulla panchina azzurra.
ultimissime calcio napoli
Bargiggia: “Il Napoli cambierà allenatore ad una condizione. ADL ha un sogno”
L'analisi del noto giornalista
Le parole di Bargiggia
Ecco quanto dichiarato da Bargiggia ai microfoni dell'emittente radiofonica:
"Realisticamente mi sento di dire questo: Spalletti è in pole sulla panchina azzurra anche nella prossima stagione perché ha il contratto ancora per un anno, con opzione di rinnovo. Mi sento di dire che se potesse scegliere liberamente, senza i vincoli contrattuali, De Laurentiis cambierebbe allenatore l'anno prossimo. Se Spalletti non arriverà a dare le dimissioni sarà difficile non vederlo sulla panchina del Napoli. I report partenopei non sono molto lusinghieri nei suoi confronti, soprattutto a causa dei ritmi di gioco traballanti e gli squilibri tattici. Dal punto di vista tecnico, il successo con il Sassuolo è derivato dai ritmi bassi, in quella situazione la qualità del Napoli emerge e fa da padrona. L'allenatore che De Laurentiis sogna è Unai Emery, che in passato era già stato trattato dagli azzurri. Al momento si sta giocando le semifinali di Champions League ma ha un contratto in scadenza, ed non è impossibile che le parti possano avvicinarsi. Ci sono anche altri profili stranieri, ma il succo del discorso è che De Laurentiis è critico in questo momento nei confronti di Spalletti".
Sul rapporto fra Mertens e Spalletti
"Chiaramente sono dichiarazioni che stonano tra loro, quelle del giocatore e dell'allenatore. Mertens non è un giocatore sul quale costruire un progetto per via dell'età, ma De Laurentiis gli ha fatto una proposta di rinnovo, ma ovviamente il belga non sarà centrale nel progetto. Spalletti se la prende con i giornalisti quando nascono queste situazioni. Ma questa cosa su Mertens arriva a dare un po' fastidio. Alla fine se c'è una squadra che ha buttato la lotta scudetto è il Napoli. Prima del crollo con la Fiorentina non c'erano questi dubbi, visto che nei periodi di crisi Spalletti era sempre riuscito a risollevare la squadra. Sono subentrati dei cali sia tattici che fisici che hanno complicato le cose. Nella prossima stagione il Napoli vivrà una piccola rivoluzione. Ma De Laurentiis vorrà mantenere il rapporto con il passato rinnovando Mertens, che è un vero e proprio simbolo per la società e i tifosi".
Su Osimhen
"Hanno scritto che se Mbappé dovesse andar via dal PSG, i parigini potrebbero virare su Osimhen, ma sono solo scenari ipotetici. Il nigeriano è stato richiesto da diversi club di Premier, e quindi non è affatto scontato che l'anno prossimo possa continuare ad essere un giocatore del Napoli. Secondo me ci sarà una rivoluzione che porterà ad un ridimensionamento, anche se non è detto. De Laurentiis punterà sulla competenza di Giuntoli per creare una squadra di alto livello in ogni caso. Quest'anno il Napoli ha fatto un vero e proprio harakiri, ma la squadra resta di grande qualità. Se fossi un tifoso mi fiderei della dirigenza".
Sull'impatto degli infortuni
"De Laurentiis ha affrontato questo tema ma non imputa a Spalletti questo problema. Ci sono tante problematiche che determinano lo scontento della società . In generale gli viene imputato un lavoro troppo blando durante la settimana ed uno squilibrio tattico che non dovrebbe essere concesso ad un allenatore di quest'esperienza. Il vedere le difficoltà del centrocampo nel perdere le seconde palle, è una problematica derivata dagli allenamenti settimanali".
Sul terzino sinistro
"Io ho verificato ieri, cercando di capire il tutto. Su Olivera c'è ottimismo, quindi i nomi che girano in questo momento sono blandi, perché il Napoli è convinto di chiudere Olivera. Parisi? No, Parisi è considerato bravo ma troppo simile a Mario Rui. Il Napoli cerca un profilo più fisico".
Sugli altri obiettivi di mercato
"Barak e Nandez sono i nomi più caldi per il centrocampo. Qualora partisse Osimhen non sappiamo ancora come il Napoli potrebbe muoversi. Ad oggi ci sono Scamacca e Broja come interessi, ma è prematuro pensare che Osimhen sia in partenza, ma sarà difficile resistere agli assalti inglesi, che potrebbero arrivare anche a 100 milioni".
Sulle difficoltà della Juventus
"Questa la conferma di una visione giurassica e antica del calcio di Allegri. Lui viene considerato sempre allo stesso modo. Ma quando vinceva con il Milan e all'inizio con la Juve era un pelo meglio rispetto a oggi. Lui non si è evoluto e la pausa di due anni non gli ha fatto bene in questo senso. Ovviamente può giocare in qualsiasi modo lui voglia, ma abbassarsi di 50 metri quando si va in vantaggio non aiuta a crescere".
Su Vlahovic
"Non era di buon umore. E la sensazione è che Allegri stia cercando di nascondere le problematiche. Il ragazzo non è contento e i suoi numeri realizzativi alla Juventus sono calati, ed è stato addirittura tenuto in panchina in più occasioni. Si trova spesso a uscire per far entrare dei difensori e questo a conferma, ancora una volta, una visione troppo antica. Lui si trova in un contesto complicato, perché ha pochi palloni giocabili e si trova spesso a giocare lontano dalla porta o di spalle alla stessa. Questa situazione non fa bene ne a Vlahovic e ne alla Juve".
Sul Milan
"Il Milan è una squadra che attacca... c'è un fraseggio, c'è uno spartito, c'è la palla a terra, ci sono gli esterni che attaccano, ci sono i tagli. Sicuramente quello dei rossoneri sarebbe stato il contesto ideale per Dusan. Ma al momento sono operazioni impossibili per il club meneghino. Il Milan è li in alto e può vincere lo scudetto senza stoccatori, come dimostrato dal fatto che Leao è l'unico in doppia cifra della squadra. Secondo me la modernità del calcio ci spinge a pensare che non sia necessario avere un attaccante da 20/30 gol a stagione per vincere. Perché nonostante la differenza nelle reti realizzati i rossoneri si, sono indietro, ma sono avanti in classifica".
Sul possibile esonero di Mazzarri da parte del Cagliari
"Il problema è che Giulini è un maestro nel farsi male, come successe anche con Di Francesco. Follia dare cosi tanti soldi ad un allenatore fermo da tanto e per cosi tanto tempo. Io penso che Mazzarri dopo Napoli non ha mantenuto le aspettative che si era costruito. C'era la speranza che a gennaio, dopo aver fatto piazza pulita, potesse riprendersi e qualche segnale era arrivato, ma la cultura dell'alibi fa solo male alle squadre che si allenano, e questo è stato un problema molto grande. Spero che questo non sia l'epitaffio della sua carriera, ma spero che lui possa aggiornarsi e studiare per migliorare".
© RIPRODUZIONE RISERVATA