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Salvatore Bagni, doppio ex di Inter-Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
È la sfida fra le teoriche anti-Juve: ad agosto qual era la sua?
"Può controllare: ho sempre detto il Napoli davanti all’Inter. È la classifica di oggi, ma non sono un veggente, ho letto il passato: negli ultimi anni il Napoli ha chiuso sempre secondo o terzo".
Abbiamo tutti sopravvalutato l’Inter?
"L’Inter è stata costruita puntando a qualità ed esperienza, per affrettare i tempi. Ma per essere davvero l’anti Juve sarebbe dovuta partire meglio, e invece nelle prime quattro giornate ha perso contro Sassuolo e Parma: certe sconfitte trasmettono piccole ansie, fanno perdere sicurezze. Si è rivisto anche contro il Chievo".
E il -8 del Napoli?
"Il Napoli, magari raccogliendo più di una volta nei finali, ha fatto quanto doveva. Quella che brucia è l’eliminazione in Champions: una sconfitta nel girone, e il Liverpool tre. Dalla prima alla quinta partita ogni volta gli è mancato qualcosina, poi all’ultima ha trovato un Liverpool all’altezza dell’anno scorso. Peccato, questa è una Champions strana, si poteva fare strada: per me la vince una fra Juve, Psg, City e Liverpool, non Real, Barcellona o Bayern".
Inter e Napoli possono vincere l’Europa League ora?
"Se vogliono, assolutamente sì. Il Napoli avrebbe potuto già tre anni fa, contro il Dnipro. E poi anche l’anno scorso, ma scelse di “abbandonarla”".
Nel frattempo fare l’anti Juve è diventata un’impresa frustrante. E Inter-Napoli rischia di fare il gioco di Allegri.
"È vero che la Juve i vantaggi se li prende da sola, ma chi vuole bene al campionato deve sperare che non pareggino. Una vittoria dell’Inter sarebbe una ripartenza più che una scossa alla classifica, visto il -16 di oggi. Se invece dovesse vincere il Napoli, rafforzerebbe il suo modo di pensare: avanti per la nostra strada, e vediamo che cosa succede nei prossimi due mesi".
Percentuale di "sarrismo" nel Napoli di oggi?
"La consapevolezza nella testa dei giocatori: da tre anni noi ci siamo, quando si parla di scudetto".
E in campo?
"Ancelotti ha cambiato tanto. Anzitutto ha coinvolto tutti e il gruppo ha risposto: l’unico intoccabile è Koulibaly, per me oggi il più forte difensore del mondo, che ha il fisico per giocare sempre. Troppo turnover? I risultati gli danno ragione: alla fine, vedi Cagliari, le porta a casa anche così".
La novità tattica?
"Ancelotti crea meno occasioni da gol, ma sfrutta di più il campo: 60-65 metri, non 40 come Sarri, che si metteva nella metà campo avversaria e non si spostava da lì. A proposito di singoli, potrei dire Maksimovic a destra, Callejon più centrocampista che attaccante, Insigne più libero di prendere posizione e di andare a tirare da posizione meno defilata, più “facile”. Ma la vera novità è Fabian Ruiz, una mezzala, che gioca largo da esterno. Se ai miei tempi l’avessero chiesto a me, ci avrei pensato. Ma lui ha abbastanza forza per fare con continuità tutta la fascia".
Dove si vince Inter-Napoli?
"Nessuno cambierà nulla: più che una sorpresa, può decidere la giocata che ti porta in vantaggio".
E l’uomo in più del Napoli?
"In partite così, è sempre Allan quello che trasmette qualcosa in più. Gli manca solo un gol'.
E al Napoli cosa manca per sentirsi davvero alla pari della Juve? Qualcosa che può trovare sul mercato a gennaio?
"No, non credo serva aggiungere nulla. Al Napoli manca la vittoria di Firenze di fine aprile: se vinci un anno, senti di poter vincere tutti gli anni".
È d’accordo con chi dice che con Ghoulam e Milik il Napoli avrebbe vinto quello scudetto? "Non c’è prova contraria, ma penso di sì: Milik ha già segnato 8 gol senza giocare sempre, Ghoulam è rientrato dopo una vita e sembra sia stato fuori due settimane". Tmw.
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