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Meglio non fidarsi degli ex. Il Parma di D’Aversa è stato a lungo la sorpresa di questa stagione, per una squadra che non vuole smettere di stupire dopo la scalata in tre anni dalla D alla A. Arrivare ad una clamorosa qualificazione europea, da neopromossa, forse era tanto, troppo, anche per una compagine come quella ducale che nei palcoscenici europei è abituata ad esserci, soprattutto per quanto fatto ad inizio secolo. Come prevedibile, dopo i tanti punti incamerati nella prima parte di stagione, c’è stato un calo che ha portato i crociati in posizioni meno ambiziose di classifica, ma con la salvezza saldamente in pugno. Ci vorrà ancora qualche punto da conquistare per certificare la permanenza nella massima serie anche l’anno prossimo, ma sarà pura formalità. Un Parma tranquillo, la cui seconda parte di stagione è di gestione e punti lasciati un po’ a tutti, soprattutto a chi ne ha più bisogno. Eppure qualche soddisfazione se l’è tolta anche nel nuovo anno: ad esempio il clamoroso pareggio per 3-3 allo “Stadium”, con i ducali capaci di recuperare due gol negli ultimi minuti con un immenso Gervinho, l’uomo in più del Parma. Una colonia di ex, dicevamo. Su tutti Sepe e Inglese, titolari inamovibili, protagonisti dell’ottima stagione gialloblu con tante parate e gol decisivi. I due sono calciatori del Napoli a tutti gli effetti, considerando i prestiti con cui sono arrivati nel club emiliano. Insieme a loro ci sono anche i centrocampisti Dezi e Grassi, ma se il primo sarà in panchina, il secondo, sfortunatissimo, ha visto la stagione chiudersi anzitempo a causa di una rottura al crociato di un ginocchio. Tra la colonia di ex c’era anche Ciciretti, che però a Parma non si è mai ambientato ed è stato ceduto all’Ascoli a gennaio. Tutte queste operazioni mostrano gli ottimi rapporti tra le due società, in particolare dei due direttori sportivi, con Faggiano e Giuntoli spesso in contatto per qualche operazione di mercato. Oltre agli ex Napoli e Gervinho, la colonna portante del Parma sono anche il difensore Bruno Alves e l’esperienza a centrocampo data da Barillà e del neo-arrivato Kucka, già decisivo.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Sepe; Iacoponi, Gagliolo, Bruno Alves, Gobbi; Kucka, Rigoni, Barillà; Gervinho, Inglese, Biabiany
UOMO CHIAVE: Gervinho
Il modulo scelto da D’Aversa è il 4-3-3, con le ripartenze letali, soprattutto quando c’è Gervinho e ci si può affidare a lui, micidiale in campo aperto. Spesso sono i cross dei terzini o delle stesse ali ad essere decisivi per gli inserimenti di Inglese (implacabile di testa), come successo proprio nell’ultimo gol realizzato dai ducali, sabato scorso a Cagliari, per il momentaneo vantaggio di Kucka. Questi i maggiori pericoli da tenere d’occhio, per una compagine che quest’anno ha fatto molto bene in trasferta, più altalenante in casa. Il “Tardini” però è un campo ostico e indigesto storicamente al Napoli che qui ha spesso fatto difficoltà, come recita l’ultimo precedente quattro anni fa. Un Parma ormai destinato alla retrocessione e al fallimento, a poche giornate dal termine, fermò sul 2-2 il Napoli di Benitez, complicando la rincorsa di quest’ultimo al terzo posto che valeva la Champions. All’andata finì 3-0 per gli uomini di Ancelotti al “San Paolo”, non ci fu partita con i ducali praticamente mai in gara.
Tony Sarnataro
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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