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A Radio Marte nel corso della trasmissione "Marte Sport Live" è intervenuto Francesco Barra Caracciolo, avvocato.
"Linguaggio della sentenza? Il punto veramente debole di essa è che non possono contestare il dato di fatto dato dall'ASL. Però viene fatto uno stranissimo ragionamento, spiegando che il Napoli aveva già deciso non partire, risalendo a ciò tramite elementi vari, come richieste all'ASL. Dolo? Si ritiene che ci sia stata la volontà del Napoli di non partire. Questa volontà però è irrilevante. Factum principis? C'è, semplicemente i giudici aggirano facendo un ragionamento sottile ma debolissimo. Parlano di ordinanza preceduta temporalmente da comportamenti del Napoli volti a non partire. Citano ad esempio il fatto che il Napoli abbia chiesto chiarimenti. Ma in mezzo a una pandemia non c'è niente di strano. La sfera soggettiva non interessa. Il Napoli non poteva di certo imporre l'ASL a fare un provvedimento. Non c'è uno straccio di prova di un accordo tra Napoli e ASL. Nella sentenza viene usato un linguaggio estremamente duro: serve quando un argomento è debole, per dargli forza. Conoscendo Sandulli mi sembra che questo linguaggio gli sia totalmente estraneo, la sentenza di solito la scrive il relatore. TAR? Ho maggiore fiducia nel CONI di quanto non l'abbia negli organi di giustizia federale. La FIGC è affiliata al CONI ma lì c'è Frattini, uomo intelligente e magistrato pronto. Il TAR potrebbe dire che non può annullare la sentenza ipoteticamente contraria del CONI ma al tempo stesso, in caso di eventi ingiusti, può risarcire il danno. Come si fa a quantificare il danno? Potrebbe esserci anche un risarcimento in forma specifica ma è un'ipotesi da vagliare".
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