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Atalanta, Zapata: "A Napoli emarginato, ma ho imparato a resistere. Non contavo niente"

Redazione

Duvan Zapata, prossimo avversario del Napoli con la sua Atalanta, ricorda i momenti belli e quelli più difficili in azzurro

Duvan Zapata ritorna sui momenti difficili in azzurro

Il Napoli ospiterà lunedì sera allo stadio San Paolo l'Atalanta. La formazione nerazzurra sarà guidata dall'inamovibile Duvan Zapata, terzo nella classifica marcatori della Serie A. Il bomber colombiano ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, ecco un interessante estratto sulla sua avventura napoletana:

"A Napoli come calciatore ho imparato a resistere. Come uomo ho conosciuto un popolo speciale per me e la mia famiglia. Appena arrivato alla Samp dissi che a Napoli ero stato emarginato, lo confermo. Fu dura, ero tornato sapendo di dovermene andare subito ma fui ceduto all'ultimo giorno di mercato: De Laurentiis disse no al Torino tre volte, ero troppo poco importante per lui. Io sono grande e grosso, mi serviva una buona preparazione: invece mi scaldavo con la squadra e poi mi allenavo da solo".

Meglio il Napoli di Sarri o quello di Ancelotti: "Il Napoli è sempre il Napoli: pericoloso. Da fuori quello di Sarri era più bello da vedere, ma aveva due anni di lavoro alle spalle. Forse il vero Napoli di Ancelotti si vedrà l'anno prossimo. Azzurri già demotivati? Non credo, e comunque Ancelotti sa cosa fare nel caso. Ma noi abbiamo buoni argomenti per fare una buona partita".

Su Koulibaly: "Se sta bene devi saltarlo più di una volta per essere sicuro di averlo superato, ma niente e impossibile per fortuna. Quante risate ci siamo fatti: quando avevo capelli corti come lui, per strada ci confondevano. Urlavano "Kalidou!" e mi giravo io, "Duvan" e rispondeva lui".