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Angolo del tifoso – Credevamo nel Napoli perché non abbiamo voluto vedere

Giovanni Montuori

L'opinione del tifoso Vincenzo Matteo

Per la rubrica l'angolo del tifoso riportiamo l'opinione di Vincenzo Matteo dopo la debacle di ieri del Napoli contro il Barcellona.

L'angolo del tifoso su Napoli-Barcellona

Spett.le Calcionapoli,

scrivo alla Redazione perchè ci sono giorni che servono per prendere coscienza di se e di quel che si è. Seppure maledetti e mai rimpianti, sono giorni utili per la piena consapevolezza, per cessare quella speranza che, alle nostre latitudini, è un mostro che divora dentro e infiacchisce. Una sorta di "aspettando Godot". Chi aveva invocato il successo del Napoli come possibile, evocando e scomodando persino grandi campioni che non ci sono più, era effettivamente aggrappato alla sola speranza. Il calcio è un'altra cosa. E' uno sport che viene praticato con i piedi (e qui Pazzaglia potrebbe raccontarci la sua) ed in genere, tranne rovesci innaturali, vince chi ha i piedi migliori. Quelli con i piedi storti soccombono. Quasi sempre. Oggi, a mente fredda, rileggiamo tutto quanto scritto su Napoli-Barcellona, senza intravedere la scomoda verità. Il Napoli è nettamente inferiore ai catalani, e questo, per amor di verità, è stato scritto. Ciò che non è stato detto è che il Napoli è perfino inferiore a quelle potenzialità che gli si vogliono attribuire dall'alto della sua classifica. E' tra le pieghe dei numeri che non abbiamo voluto vedere. Non abbiamo voluto rievocare partite assolutamente imbarazzanti e insufficienti, dove la conquista dei tre punti non ha imposto alcun interrogativo. Cosa che sarebbe stata utilissima per crescere e migliorare. La vittoria a Marassi col Genoa, la vittoria a Venezia, le due con la Salernitana, dove abbiamo ammirato il peggior Napoli di sempre, hanno impedito di vedere. Troppo ghiotti i 12 punti conquistati per far polemica. In tutto questo troviamo il Cagliari. Dominati dalla terz'ultima in classifica e ben 47 reti al passivo senza fare un tiro in porta. Ed ora che il livello si alza gli azzurri mostrano tutti i limiti. Tecnici, fisici e caratteriali. Non vorremmo essere nei panni dei dirigenti del Toronto che, guardando il penultimo e ultimo Insigne, già si chiedono a chi stanno affidando quella barca di dollari. Di Zielinski ed Elmas (denominato il "diamante grezzo") sono anni che aspettiamo la definitiva consacrazione. Anni passati tra un prodigio e settimane di nulla. Il nostro comandante Koulibaly costretto a giocare alla Franco Baresi avendo però solo i piedi di Koulibaly. Ed ora, alla vigilia di Lazio-Napoli, sale la nostalgia di quella magica andata. Un Napoli stellare dominò con qualità la squadra dell'ex Sarri. Ma proprio perchè trattasi di roba attinente al firmamento, quella partita fu un unicum. Mai più ripetuta. Mai più rivista.

Vincenzo Matteo