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Salisburgo-Napoli, i complimenti di una serata magica non vanno soltanto ai calciatori ma anche al tecnico Carlo Ancelotti e le sue scelte mirate che si sono rivelate decisive
Prestazione al bacio quella del Napoli contro il Salisburgo, partita valida per la terza giornata (di sei) della fase a gironi del Gruppo E di Champions League e vinta dai partenopei per 3-2. Quasi un'impresa quella attuata dagli azzurri considerando che la squadra austriaca non perdeva in casa, allo stadio Red Bull Arena, da ben 19 partite europee e se si considerano anche le altre sfide del club di Jesse Marsch si arriva ad un numero impressionante: il Salisburgo non perdeva da ben 70 partita.
Tale successo però è stato in buona parte anche una vittoria dell'allanatore Carlo Ancelotti il quale viene elogiato dai maggiori quotidiani:
La Gazzetta dello Sport: "Voto 7. L'ha preparata bene. Ha capito che l'attendismo non avrebbe pagato e ha attaccato il Salisburgo nei momenti giusti".
Il Corriere dello Sport: "Voto 7,5. Gioca, soffre, segna, si fa rimontare e torna in vantaggio. Il Napoli gioca una grande partita da Champions. Carletto ci mette anche le mosse decisive: il cambio di posizione Fabian-Zielinski e l'inserimento di Insigne".
Ma Carlo Ancelotti riesce a spezzare l'incredibile incantesimo dell'imbattibilità in casa del Salisburgo anche grazie ai propri calciatori. Il tecnico viene coadiuvato nell'impresa da un Dries Mertens a dir poco indemoniato. Il belga compie la doppietta personale e supera il record di Diego Armando Maradona e si piazza a ben 116 gol con la maglia azzurra.
C'è poi l'incredibile Alex Meret che si erge a gigante e sfida l'altro fenomeno giovanissimo Haaland: è una sfida emozionante tra i due. Il norvegese riesce a trafiggere il partenopeo soltanto su rigore e da azione ferma, per il resto l'estremo difensore ha fatto disperare più volte l'attaccante del Salisburgo.
Infine Lorenzo Insigne mette la ciliegina sulla torta. Il gol del napoletano ha un gusto diverso, non soltanto perché valido come rete decisiva, bensì per il peso psicologico ed emotivo che ha porta con sé. Il capitano infatti non appena la butta dentro corre a cercare Carlo Ancelotti per abbracciarlo: è l'immagine che suggella la finalmente pace tra i due, gli screzi sono ormai alle spalle, c'è il sereno.
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