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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, confronta i due allenatori che si sfideranno nel big match di domenica sera tra Napoli e Juventus: Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri. Dovessero formare un governo, non ci sarebbero imbarazzi. Carlo agli Esteri: ha vinto in Inghilterra, in Francia, in Spagna e in Germania. Ovunque. Max agli Interni: vincerà il suo sesto scudetto e a quel punto avrà davanti il solo Trapattoni con 7. In questo sono diversissimi, come nella forma. Ancelotti ha imparato da Sacchi che il gioco esalta il giocatore e lo protegge. A Napoli, Carlo ha smussato i dogmi sarriani e il socialismo del palleggio portando un turnover dal volto umano. Allegri, ex numero 10 di estro, ha sempre predicato contro il calcio ridotto a scienza, rivendicando la sua natura poetica. La Juve delle 5 stelle è stata il suo manifesto: più giocate che gioco. Diversi soltanto in apparenza, entrambi sanno essere belli, pratici e anche aziendalisti. Il tecnico azzurro è più empatico, ma anche il bianconero arriva al cuore dei suoi.
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