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L’amore di Sarri e le casse del Bologna. L’anno di Verdi, prima del salto

Redazione

Simone Verdi si è preso una rivincita. Contro se stesso, in primis. Perché era finito nel tunnel dell’eterna promessa, del calciatore dalle grandi potenzialità mai espresse. Col Bologna, con un inedito nove sulle spalle,...

Simone Verdi si è preso una rivincita. Contro se stesso, in primis. Perché era finito nel tunnel dell'eterna promessa, del calciatore dalle grandi potenzialità mai espresse. Col Bologna, con un inedito nove sulle spalle, è sbocciato e fiorito a venticinque anni, ma basta guardare la carriera per capire che al Milan non era riuscito a sfondare, che al Torino aveva giocato solo sedici partite, che all'Empoli aveva conquistato il cuore di Maurizio Sarri segnando però una rete ogni undici gare giocate. Eibar e Carpi sono state tappe della crescita, altalene di una promessa che pareva destinata a non essere mantenuta. Poi, a Bologna, anche e soprattutto in questa stagione, la Primavera. Simone Verdi ha dimostrato di essere talento cristallino che Roberto Donadoni ha rimesso in sesto, a nuovo. Calcia le punizioni con entrambi i piedi, fatto raro per un giocatore anche di primo livello. Serve e conclude, corre e pure difende. Verdi è il prototipo del giocatore pronto per una grande.