Eugenio Albarella, preparatore atletico, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo, soffermandosi sui tanti infortuni in casa Napoli.
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Albarella: “Infortuni? Era bene che il Napoli giocasse a settembre in Russia”
Eugenio Albarella, preparatore atletico, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo, soffermandosi sui tanti infortuni in casa Napoli
Albarella sugli infortuni in casa Napoli
“Per spiegare i tanti infortuni bisogna contestualizzare il momento. Nel turno infrasettimanale conto tantissimi infortuni tra Napoli, Juve, Milan, Roma. Quasi tutti si lamentavano del monte match saltati per infortuni. Tutti i campionati sono simili in questo periodo. Oggi Milan, Atalanta, Inter, Napoli, Juve, Lazio hanno sommato più di 20 partite ufficiali, a cui bisogna aggiungere il fatto che ci sono le Nazionali. A mio modesto parere, senza la velleità di avere la verità assoluta, bisogna cercare da parte delle società l’importanza di strutturarsi in dipartimenti che vanno ad analizzare la performance a 360 gradi migliorando la comunicazione tra dipartimenti. Le società devono investire qualche milioncino nelle strutture. Il parametro fa la differenza e oggi gli allenatori non sono più quegli artigiani che possono modellare la materia a propria immagine e somiglianza, oggi sono dei killer che non possono sbagliare. Quindi si deve ottimizzare il tempo a disposizione. Bisogna capire che il futuro di questo sport non può prescindere dalla qualità del prodotto. Questo modello non ha futuro e va cercata una sintesi per creare una tavola rotonda tra chi fa metodologia e chi ha le regole del gioco in mano. Solo così si potrà risolvere o combattere le problematiche che coinvolgono non solo il Napoli, ma un po’ tutte le squadre a tutti i livelli. Non posso permettermi di dare consigli a un allenatore navigato come Spalletti. Bisogna entrare nella mentalità di lavorare in work in progress e navigare a vista, cercare di avere un continuo feedback con i propri atleti. Solo così abbassi il rischio di errore. Le variabili sono infinite, non puoi programmare. Oggi servirebbe avere l’umiltà di sedersi a tavolo e discutere di programmazione dei calendari. Ad esempio quando nei propri gironi capitano squadre russe, come capitato a Napoli e Lazio, è bene giocare lì a settembre, non a dicembre, per abbassare il rischio infortuni. È un modo per cercare di affrontare nella logica, nel buonsenso le problematiche si è costretti a gestire”.
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