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L'edizione odierna de "Il Mattino" riporta alcune testimonianze dei dipendenti del ristorante "Attori e Spettatori" sul lungomare, scena dell'altra sera tra tifosi inglesi del Manchester City ed esponenti della tifoseria napoletana, fatto su cui sta ancora indagando la questura. Queste alcune parole: "Verso le 22.30 abbiamo visto prima entrare un gruppetto di 3-4 persone e poi un altro dello stesso numero più o meno. All'inizio non abbiamo capito nulla, pensavamo fosse una rapina. Poi ci siamo resi conto che i primi ad arrivare erano in fondo alla sala davanti ad un muro impauriti, mentre gli altri li stavano riempendo di pugni e botte".
NEL DETTAGLIO - "I tifosi del Napoli avevano il volto coperto, non sappiamo i loro volti nè da dove provenissero. Non avevano sciarpe o riconoscimenti del club partenopeo mentre gli inglesi sì, si capiva fossero sostenitori del Manchester City. Non era un agguato organizzato tra ultras, gruppo contro gruppo ciò è stato da subito chiaro. E' stato un agguato che con il calcio ha poco a che vedere".
L'INTERVENTO - "I tifosi inglesi erano impauriti, non sapevano dove scappare. Mentre gli altri non hanno fatto problemi ad entrare nel ristorante, sfasciare tutto e picchiarli. Se non ci fossimo messi in mezzo le cose sarebbero andate molto peggio".
PARLA LA MOGLIE DEL RISTORATORE - "Mio marito era in sala e stava mangiando qualcosa dopo una giornata di lavoro, quando è successo il fatto. Li ha salvati ma non è corretto dire che si tratta di un eroe. Ha cercato solo di fare una cosa normale, che avrebbe fatto qualsiasi persona perbene quando vedi dei teppisti che ti stanno sfasciando il negozio e picchiando selvaggiamente dei ragazzi impauriti e senza difese. Lo ha fatto per salvaguardare il ristorante, certo, ma soprattutto per aiutare quei ragazzi".
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