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ALESSANDRIA, ITALY - FEBRUARY 19: Emanuele Pecorino of Juventus during the Serie C match between Juventus Next Gen and Lecco at Stadio Giuseppe Moccagatta on February 19, 2023 in Alessandria, Italy. (Photo by Filippo Alfero - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
Clamoroso quanto successo a Lecco. Dalle stelle alle stalle in meno di tre giorni. La squadra lombarda, promossa in serie B dopo 50 anni, sarà probabilmente esclusa e non potrà prendere parte al campionato cadetto perché non è riuscita a trovare uno stadio per le partite casalinghe. Andiamo a vedere la vicenda nel dettaglio, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport.
Una beffa atroce. Un incubo. Una festa rovinata. Lecco è passata nel giro di tre giorni dalla gioia per la Serie B ritrovata dopo 50 anni alla ormai scontata bocciatura della sua domanda di iscrizione. Tutti i documenti necessari sono stati presentati in fretta e furia, visto che la certezza della nuova categoria è arrivata solo domenica. Ma ne mancava uno, fondamentale. L’indicazione dello stadio dove giocare le partite interne. Perché l’impianto di Lecco non è a norma e i lavori da fare (illuminazione e tornelli soprattutto, ma anche capienza, servizi e accessi) sono tanti. Per iscriversi è obbligatorio indicare uno stadio a norma per la Serie B e, dopo qualche sondaggio nei giorni scorsi (Monza), solo lunedì la società si è concentrata sulla questione, battendo varie strade (anche Brescia, Novara e Vercelli), per trovare l’unica soluzione percorribile in quel di Padova, a 236 chilometri di distanza. In poche ore però non è stato possibile raccogliere tutta la documentazione necessaria per indicare l’Euganeo, dall’ok della Prefettura (arrivato solo ieri) alla convenzione a tutto il resto. E senza stadio, l’iscrizione non può essere accettata. Un fatto senza precedenti in B.
La società ha le sue colpe, perché avrebbe dovuto muoversi prima. Vero che la promozione è arrivata a sorpresa, ma cammin facendo nessuno vietava di cominciare a cercare una soluzione. Non solo. Una volta certi della Serie B, quelli del Lecco avrebbero potuto almeno chiedere una proroga di qualche giorno alla Figc e alla Lega B, soltanto per risolvere la questione stadio e non per gli altri adempimenti. Difficilmente questa proroga sarebbe stata negata e oggi il club non si sarebbe infilato in questo tunnel senza uscita. Un’ingenuità fatale. Ma la beffa è totale, perché non solo la domanda di iscrizione alla B sarà respinta, ma il Lecco logicamente non ha presentato nemmeno domanda per la Serie C. Quindi si ritrova senza... campionato. Come farà? I legali che il patron Paolo Di Nunno sta individuando dovranno puntare sull’alibi del ritardo di inizio dei playoff (10 giorni per attendere l’esito di altri procedimenti) non dovuto sicuramente al Lecco. E sul merito sportivo. Perché il Lecco, il suo campionato, l’ha vinto. La promozione l’ha meritata. Come uscirne quindi? Di sicuro non sarà possibile avere finestre per sistemarsi: la perentorietà del termine di scadenza è sacrosanta (i club interessati alla riammissione, a ragione, farebbero ricorso). Quindi il Lecco nel ricorso che presenterà (pare con l’avvocato Grassani) contro la bocciatura dovrà puntare sulla Serie B a 21 (o sulla C a 61...), che fa storcere il naso a Lega B e Figc (e non solo). Altrimenti, sarà Serie D. Proprio paradossale.
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