Cosa succederà?
—La società ha le sue colpe, perché avrebbe dovuto muoversi prima. Vero che la promozione è arrivata a sorpresa, ma cammin facendo nessuno vietava di cominciare a cercare una soluzione. Non solo. Una volta certi della Serie B, quelli del Lecco avrebbero potuto almeno chiedere una proroga di qualche giorno alla Figc e alla Lega B, soltanto per risolvere la questione stadio e non per gli altri adempimenti. Difficilmente questa proroga sarebbe stata negata e oggi il club non si sarebbe infilato in questo tunnel senza uscita. Un’ingenuità fatale. Ma la beffa è totale, perché non solo la domanda di iscrizione alla B sarà respinta, ma il Lecco logicamente non ha presentato nemmeno domanda per la Serie C. Quindi si ritrova senza... campionato. Come farà? I legali che il patron Paolo Di Nunno sta individuando dovranno puntare sull’alibi del ritardo di inizio dei playoff (10 giorni per attendere l’esito di altri procedimenti) non dovuto sicuramente al Lecco. E sul merito sportivo. Perché il Lecco, il suo campionato, l’ha vinto. La promozione l’ha meritata. Come uscirne quindi? Di sicuro non sarà possibile avere finestre per sistemarsi: la perentorietà del termine di scadenza è sacrosanta (i club interessati alla riammissione, a ragione, farebbero ricorso). Quindi il Lecco nel ricorso che presenterà (pare con l’avvocato Grassani) contro la bocciatura dovrà puntare sulla Serie B a 21 (o sulla C a 61...), che fa storcere il naso a Lega B e Figc (e non solo). Altrimenti, sarà Serie D. Proprio paradossale.
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