Sul caso Ultras:"Premesso che a luglio dobbiamo andare in ferie e servirebbe una risposta lunga, sintetizzo. Le regole ci sono, poi c'è anche il buonsenso, un profilo etico, oltre che quello giuridico. Se qualche volta prima del diritto ci fosse l'etica, questo non sarebbe male. Il fenomeno degli ultras è delicato, che affonda le sue radici in manifestazioni che spesso non sono proprio da educandi e quindi alle società va il compito che il pubblico sia educato ed eviti delle tracimazioni che non fanno certo onore né alla squadra, né allo sport. Ripeto però, le regole ci sono, nel codice penale e nel codice civile e anche nei regolamenti sportivi, rispettarle credo che sia un dovere da parte di tutti noi. Se siano state rispettate o meno, non spetta a me questo giudizio, ma a chi se ne deve occupare. L'operatore del diritto deve avere una cautela, se non conosce gli atti non si esprimono giudizi".
Sulla riforma: "Il tema delle riforme è in mano a chi deva necessariamente realizzarle. Non credo esista una ricetta salvifica, la costruzione di uno sport più etico, soprattutto in certi luoghi, è lungo ed esige un gioco di squadra. Probabilmente questa può essere una soluzione, una sorta di comitato etico che possa consentire all'interno delle proprie tifoserie un processo di rieducazione o di educazione".
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