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serie a
Pierpaolo Marino, direttore tecnico e sportivo dell'Udinese, ha parlato ai microfoni de Il Mattino della situazione vigente in Italia. Di seguito le sue dichiarazioni.
"La Cina è stata travolta da questa sciagura due mesi prima di noi e ancora non ne è uscita, nonostante misure restrittive persino più severe. Come si può pensare che a maggio si possano rivedere i calciatori in campo? Io sono un manager e lavoro sugli scenari. Io sono preoccupato per il prossimo campionato, io a questo neppure ci penso più. Io non credo che ci sia chi possa gioire e orgoglioso di mettere in bacheca un titolo in una stagione così disgraziata, dove non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, dove a dominare sono le notizie atroci di un Paese in ginocchio. Poi se c'è chi ne ha voglia, lo faccia pure. Io temo per l'economia di tutto il mondo, credo che siamo davanti a una situazione che non si può prevedere. E se crollano le banche? Il sistema calcio è sano e in una maniera o in un'altra ne uscirà lentamente fuori. Ma mi preoccupano altri fallimenti: quelli delle tante aziende che devono chiudere e che non si sa come apriranno. Non vedo spiragli per ripartire. Io sono preoccupato per la mia salute non per il campionato. Atalanta-Valencia può essere stata una bomba ecologica per la diffusione a Bergamo del coronavirus. Non si doveva giocare. Bergamo sta pagando un prezzo altissimo. Mi angoscia, mi addolora la sofferenza di quella città".
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