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serie a
Tagliavento (Photo by Claudio Villa - Inter/FC Internazionale via Getty Images)
Ai microfoni di Radio Punto Nuovo ha rilasciato un'intervista Paolo Tagliavento, ex arbitro. Queste le sue parole.
"Ho fatto il mio ultimo anno di Serie A, due anni fa, che era il primo anno di VAR. Nella fase di preparazione da giugno alla prima partita, sono stato sempre uno di quello più scettici. Avevo trent'anni di arbitraggio fatti in un'unica maniera, aprendo alla tecnologia avevo molti dubbi. Fino alla prima di campionato, dove alla fine del primo tempo mi ero reso conto delle gigantesche potenzialità di questo strumento. Oggi è indispensabile. Se prendo i miei 5 errori più importanti in carriera, con questa tecnologia li avrei evitati.
Gol di Muntari? Questione di ruoli, quando non avevamo gli addizionali, né la GLT, uno dei parametri era che i gol/non gol, poteva verificarli solo l'assistente. In quel momento lui ebbe la certezza che la palla non fosse entrata, io dalla mia posizione non potevo dire il contrario.
Rigore di Hamsik? Non me ne pento (ride, ndr). Le condizioni per ripetere il rigore, mi pare ci furono. Ho avuto la fortuna di arbitrare 221 partite di Serie A, ci sono situazioni in cui si sbaglia, chi sceglie di fare l'arbitro di calcio prende una decisione ogni pochi secondi. Una della partite più belle del campionato è Napoli-Juventus, tutti gli arbitri vorrebbero farle. Se si sbaglia qualcosa, oggettivamente si ha un'amplificazione dell'errore. Nel calcio sbagliato i presidenti, i dirigenti, gli allenatori, i portieri, gli attaccanti, perché un arbitro non può? Una cosa che andrebbe fatta è, qualche volta, dare la possibilità all'arbitro di spiegare un suo errore".
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