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Serie A, il Cts contrario alla riapertura degli stadi. Ancora troppi rischi: le ultime

Mattia Fele

Ci siamo ormai abituati ad un calcio senza pubblico, sterilizzato e ad emozioni ridotte. Il calcio dal vivo manca ai tifosi quanto ai calciatori e agli addetti ai lavori, perché è simbolo di una normalità persa e perché incide...

Ci siamo ormai abituati ad un calcio senza pubblico, sterilizzato e ad emozioni ridotte. Il calcio dal vivo manca ai tifosi quanto ai calciatori e agli addetti ai lavori, perché è simbolo di una normalità persa e perché incide sull'andamento del campionato e delle gare in modo importante. Dopo tutte queste gare silenziose, provate a rivederne una con il pubblico: è un altro pianeta. Un pianeta su cui il Comitato Tecnico-Scientifico non vuole ancora atterrare, dati i rischi e i numeri in ascesa dal punto di vista epidemiologico. Bisognerà vedere questo autunno che notizie porterà in tema di contagi, ma la linea generale è che in Serie A gli stadi resteranno chiusi ancora per un po'. E che amarezza.

Serie A, stadi ancora chiusi

Il Corriere della Sera il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro parla così:

 "I raduni di massa sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio che non è legato solo all’evento. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone. Il Comitato tecnico-scientifico ritiene che allo stato attuale non ci siano le premesse per eventi con spettatori e la preoccupazione è anche quella di non sovraccaricare il sistema di altri fattori di rischio".

Queste parole frenano la Juventus, che aveva ottenuto dalla regione Piemonte il placet per provare a riaprire parzialmente le porte del proprio stadio, proprio in occasione magari del match contro il Napoli. Dal canto suo ci stava provando anche Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia. Il Comitato Tecnico-Scientifico però non è d'accordo.