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Sconcerti: “In Serie A troppe squadre puntano solo al quarto posto. Così non cresceremo mai…”

Mattia Fele

Mario Sconcerti, nota ed autorevole penna del Corriere della Sera, è intervenuto nel suo consueto appuntamento a Calciomercato.com. Focus del suo intervento l’uscita delle squadre di Serie A dalla Champions corrente: secondo Sconcerti il...

Mario Sconcerti, nota ed autorevole penna del Corriere della Sera, è intervenuto nel suo consueto appuntamento a Calciomercato.com. Focus del suo intervento l'uscita delle squadre di Serie A dalla Champions corrente: secondo Sconcerti il problema starebbe in una contraddizione tutta italiana. Molte squadre puntano alla qualificazione in Champions per migliorare gli introiti senza però costruire una squadra all'altezza di giocarsela, vivendo anzi l'impegno europeo come un fastidio.

Sconcerti: "Ormai tutti in Serie A vogliono arrivare soltanto quarti..."

"A forza di voler tutti arrivare quarti in campionato adesso siamo quarti davvero ma in Europa e dietro inglesi, tedeschi e spagnoli. Vince la regolarità della gara, direi dello sport intero, il quarto posto è sempre una sconfitta, anche netta. I quarti non sono all’altezza dei migliori, giusto siano fuori dalla Champions. Abbiamo rovesciato il valore della sconfitta, basta arrivare quarti per negarla.

Fino a pochi anni fa la sconfitta era arrivare secondi, come è ancora in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Portogallo. Ditelo al City che l’importante è arrivare quarti, ditelo al Bayern, al Real, al Barcellona, perfino all’Atletico e al vecchio Arsenal, allo United e perfino al Benfica.

Ci si può arrivare senza vergogna, si può stare anche fuori, ma sapendo che la realtà nella gara non è a chi perde meno. Dopo dieci anni sotto il dominio di una sola squadra abbiamo invece trasformato l’obiettivo. Ma puntare al quarto posto ha significato non costruire più una squadra per vincere, abituarsi al premio di consolazione. Perfino Milano, la città cardine per la nostra qualità media, per anni ha cercato con ingordigia il quarto posto. Potevamo crescere così? Certamente no"