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EMPOLI, ITALY - MAY 19: Gianluca Petrachi general manager of Torino FC during the Serie A match between Empoli and Torino FC at Stadio Carlo Castellani on May 19, 2019 in Empoli, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un messaggio per spiegare le ragioni della rottura con il club della capitale e con la società. Il pensiero integrale è stato riportato dall'Ansa in giornata. Possiamo leggere tanto dispiacere nelle parole dell'ex DS giallorosso, anche se afferma di "aver pagato un conto esagerato".
Queste le parole di Gianluca Petrachi: "Sta per iniziare la nuova stagione agonistica e, pur trovandomi forzatamente fuori dai giochi, voglio ringraziare i giocatori e i tifosi della Roma.
Prima di tornare a parlare ho preferito attendere quasi due mesi, dopo gli eventi traumatici e ingiusti che ho vissuto: dalla sospensione, passando per l’esonero, fino al termine della mia avventura, conclusasi con il licenziamento.
Naturalmente nelle sedi competenti i miei avvocati di fiducia faranno valere le mie ragioni. Tuttavia, ritengo opportuno tutelare la mia immagine, andando oltre la delusione e il rammarico provati a causa dei provvedimenti assunti dalla società nei miei confronti.
Ho finito, paradossalmente, per pagare a caro prezzo l’eccesso di fedeltà verso una proprietà che mi aveva fortemente voluto, e che mi aveva legato a sé con un contratto importante, volto a realizzare un progetto triennale.
Un progetto che aveva degli obiettivi da raggiungere: rendere la Roma più giovane e vincente riducendo i costi di gestione. In tal senso, fino a gennaio ho potuto operare in modo efficace.
Purtroppo però, quando ho tentato di alzare un muro, di mettere uno scudo a difesa del gruppo, mi sono ritrovato solo contro tutti. Abbandonato da una proprietà troppo distante da Roma, dalla Roma e dai tifosi. Lasciato solo a combattere una lotta che non potevo portare avanti senza il supporto di chi doveva essere al mio fianco. D’altronde, le battaglie da soli non si vincono.
A quel punto ho capito di non poter portare avanti il progetto per cui ero stato scelto. E questo, ben prima che manifestassi al presidente Pallotta il mio disappunto per non essere stato neppure citato nella sua intervista.
Avevo chiesto alla proprietà di allontanare gli elementi che violavano i segreti dello spogliatoio e del campo o, ancor peggio, che minavano i rapporti interni. Come quando, ad esempio, inventarono addirittura un litigio tra me e Dzeko.
Quegli stessi elementi che, lavorando nel gruppo, avrebbero dovuto dimostrare fedeltà alla causa della Roma, rispettando il sacro silenzio dello spogliatoio, e che, invece, hanno preferito rendere pubblico l’esperimento della difesa a tre deciso da Fonseca, oppure l’infortunio riportato da Pellegrini.
Alla fine ho pagato un conto esagerato, e questo solo per aver difeso la Roma dentro e fuori dal campo, facendo solo gli interessi della squadra. Tuttavia, taluni hanno voluto bocciarmi per i miei limiti nella comunicazione, alcune volte troppo diretta, ma sempre sincera. Quello che posso dire però, è che resterò orgoglioso del lavoro svolto fino ad oggi nella mia carriera e anche nella Roma.
Infine, faccio i miei migliori auguri a Dan e Ryan Friedkin e a tutta la nuova proprietà, nella speranza che riescano fin da subito a capire che questa città e questi tifosi hanno bisogno di una grande squadra che possa tornare il più presto possibile alla vittoria. Roma merita questo”.
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