Come si affronta il Napoli di Conte? "Prima che iniziasse il campionato avevo detto che sarebbe arrivato primo o secondo. Ora è di nuovo in auge, sarà una partita bella e difficile, sia per noi che per loro".
Questa squadra ha una mentalità vincente? "Ora è difficile dirlo. I giocatori sono validi, quando perdi entri in una spirale negativa, il mio lavoro è di ridargli fiducia in loro stessi. I risultati sono quelli che contano, i risultati accrescono l'autostima, la fiducia in se stessi e nei compagni. La qualità certo che c'è, è una buona squadra, con tutto. Vanno ora supportati da me e da tutti quelli che stanno dietro, i tifosi che sono la prima cosa, l'anima di una squadra. L'allenatore può essere bravo o no, ma sono i tifosi la benzina della squadra. Ora dobbiamo essere noi bravi a tirarceli dietro con prestazioni e voglia di far vedere chi siamo".
Qual è il problema di Dybala? È mentale? “Dobbiamo aiutare il ragazzo, se ha questo fastidio bisogna risolverlo, poco ma sicuro. Se sarà accertato che non ha niente bisognerà scandagliare ancora di più sul motivo per cui ha questo dolore. Noi stiamo facendo tutto il possibile affinché sia disponibilissimo. Lui è sempre propositivo, ci ho parlato in questi giorni. Io non voglio comunque mai rischiare i miei giocatori, preferisco perderli per una partita piuttosto che per un mese. Ci sono tre partite in sequenza, voglio parlare con lui e capire quello che mi può dare”.
Sul clima ambientale. “Ringrazio in primo luogo i tifosi per l’affetto. La pressione l’ho sempre avuta, se non la sentissi non avrei scelto di tornare. La squadra ha bisogno di tutti, ha fatto male, ha fatto peggio. Non serve un mago, serve una persona normale che gli dia fiducia e piano piano si risolvono i problemi del malato se la squadra è malata. Io ho sempre cercato di tirare fuori il bambino che è dentro di loro. Facciamo un mestiere meraviglioso, che sogniamo da quando siamo bambini. Ora dobbiamo tornare indietro e giocare con quell’entusiasmo. Non siamo più bambini, siamo adulti e vaccinati, abbiamo responsabilità. Poi si può giocare bene o male, hanno già giocato bene. Certo che se uno è malato non guarisce dall’oggi al domani. Ci sono degli step e siamo pronti a farli tutti compatti, società, spogliatoio, e sono convinto che il pubblico ci darà una mano”.
Dovbyk come sta? “Non ha problemi, sta bene”.
Cosa ha consigliato a Pellegrini per superare questo momento? “Da capitano deve saper reagire. Quando cadi la cosa più bella è vedere come ti rialzi, con cattiveria e determinazione. Lui è un po’ introverso per essere un romano, si tiene tutto dentro, deve reagire alle avversità e sono convinto che lo farà”.
Lei che spogliatoio ha trovato come umore? “Se Juric l’ha trovato triste, immaginate io (ride, ndr). Per questo ho parlato del bambino dentro di loro, gli ho ricordato come eravamo tutti. Se faccio questo mestiere è perché ho un sogno dentro, voglio che lo tirino fuori. Facciamo il mestiere più bello del mondo, ci pagano, solo chi cade può rialzarsi e noi abbiamo la possibilità di rialzarci”.
Lei ha detto che Angelino non avrebbe più giocato nei tre centrali. “Gli allenatori sono tutti bugiardi (ride, ndr)”.
In caso di difesa a tre può giocare Cristante lì? “Può giocare l’ì, ma se ho Hummels perché deve giocare Cristante? Evidentemente prima non stava bene Hummels. Tante volte l’allenatore fanno mosse strane ma sanno cosa possono chiedere ai giocatori, li vedono loro. Il calcio è vario, cambia da un giorno all’altro, noi allenatori dobbiamo essere sul pezzo, pronti. Magari voi volete sapere se gioco a 4 o a 5 o a 3, ma il Napoli ad esempio come gioca? 4-3-3? Guardatelo bene. A 5 e mezzo”.
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