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serie a
Napoli Milan (Getty Images)
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Fabrizio Pregliasco, virologo, il quale ha trattato il tema della apertura degli stadi al tempo di covid.
Ecco di seguito riportate le dichiarazioni:
"I tifosi non sono cultori di musica classica che stanno in religioso silenzio al loro posto, per questo non è facile riaprire gli stadi. Siamo in una situazione favorevole, ma ancora non troppo. Ci sono segnali positivi, di miglioramento epidemiologico ma siamo in una fase ancora di attenzione. Alcuni Paesi ci fanno vedere che riaprono in modo temerario, Inghilterra in primis. È un destino quello di riaprire, legato al fatto che quella attuale è una guerra di trincea. Si pensava che con un primo duro lockdown si risolvesse il problema. Ora siamo 'impantanati' in una guerra di trincea contro il virus dopo un po' non ce la si fa più ed è comprensibile la volontà di rivedere gli stadi pieni e le discoteche piene. Si andrà verso questa soluzione.
Sono per riaprire i rubinetti dei contatti, ma le decisioni politiche sono un equilibrio tra l'emergenza sanitaria e le esigenze sociali, con la spinta di tanti interessi. Non c'è un manuale di gestione. Le discoteche rappresentano ancora un rischio, presumibilmente ancora di più gli stadi perché si concentrano tante persone in un solo luogo. L'approccio italiano, ma anche di tutta Europa, ha la finalità di limitare la diffusione, ridurre le possibilità di contatto. Il trend dei contagi è in discesa, tra vaccinazioni e misure di sicurezza. Spero che a marzo potremo arrivare al 100% di capienza negli stadi, si vede la luce. Il virus non andrà via, ma la dimensione numerica dei contagi diminuirà. La pandemia finirà quando non se ne parlerà più, quando tollereremo l'epidemia".
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